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Milan: attenzione al mercato tedesco. Nesta e i carichi di lavoro di Conte? Ma figurati. Juventus: Giovinco se ne va. Le storie agli antipodi di Antonio Cassano e Marco Rigoni. Nextgen: bravi, ma basta con le storielle...

di Mauro Suma

Milan: attenzione al mercato tedesco. Nella squadra rossonera della prossima stagione, che passerà attraverso la presa in esame dei contratti in scadenza che partirà solo dopo l’ultima partita ufficiale della stagione, le novità potrebbero essere tante o poche. Qualcuna certamente ci sarà. E in un Milan che ha trovato negli ultimi anni continuità ed equilibrio, due prospettive che stando al  solo Campionato dalla seconda metà del 2005 fino alla fine del 2010 erano spesso sfuggite di mano, il calcio tedesco viene seguito con attenzione. Calcio concreto, di contenuti, di gamba, di ritmo. E, a saper guardare bene le partite senza fare gli schizzinosi e a saper spendere i pochi soldi che ci sono, si tratta di una frontiera tutto sommato ancora accessibile.

Sandro Nesta nel frullatore di Antonio Conte? L’ipotesi è rispettabile, perché l’amicizia fra Andrea Pirlo e Sandro è sempre stata una sorta di enclave nello spogliatoio rossonero, qualcosa di esclusivo, qualcosa di rinchiuso nello scrigno di una intesa e di una condivisione delle piccole e grandi cose del calcio e della vita che sono sgorgate subito naturali. Ma attenzione, Sandro, che è un giocatore dal talento infinito ma anche di cristallo per quanto riguarda gli infortuni di una metà del suo fisico, i metodi di Conte non sono i più indicati. Guardare il volto scavato di Andrea Pirlo in questa stagione. Se raffrontato a quello delle stagioni rossonera, si nota la differenza. Qui non voglio sostenere che i carichi di lavoro della Juventus siano un massacro, ma se ci mettiamo a pensare che sono fra i più duri della Serie A non sbagliamo. Sandro Nesta va gestito e ha bisogno di cure e metodi molto particolari. Al Milan e a Milanello, dove continuano ad escludere una ipotesi del genere, lo sanno bene. A meno che Conte non sia disposto a venir meno, per le referenze di Pirlo e magari anche per fare un dispetto al Milan, a escludere un giocatore della storia fisico-atletica di Nesta dal suo concetto di lavoro collettivo di gruppo. Vedremo.

In realtà, il fronte su cui è importante che si impegni la Juventus è quello della prossima Champions League. La corsa e il podismo sul fronte europeo rischiano di lasciare il tempo che trovano. Quando si gioca ogni tre giorni, c’è bisogno di qualche giocata in più, per alternare, per non sfinirsi in scatti e controscatti. Ecco che un giocatore come Sebastian Giovinco servirebbe moltissimo allo scopo. Tutti sanni negli ambienti di mercato che la Juventus primo ci sta pensando e secondo farebbe bene a pensarci sempre di più, ma il Parma si sta guardando attorno. Il club di Ghirardi non gradisce che la Juventus non apprezzi la valorizzazione che dalle parti del Tardini hanno fatto di questo talento. E apprezzare non significa fare i complimenti, significa muoversi…

Se davvero Antonio Cassano riuscisse ad ottenere lunedì 2 Aprile l’idoneità per tornare al calcio, e il dubitativo è una forma convinta di rispetto nei confronti delle autorità mediche di questo Paese che i documenti che contano li firmano solo dopo esami veri e importanti nell’interesse del giocatore e della sua famiglia, sarebbe il coronamento di una bellissima storia. Tutt’altro che rose e fiori. Perché Antonio è stato chiaro fin dal principio, se c’è anche un minimo di rischio smetto. Allenamenti su allenamenti hanno escluso tutto questo e tutti i Milanisti sognano, come spera lui, di andare ad abbracciarlo dopo il secondo assist fatto in campo il giorno del suo ritorno. Nel frattempo, all’ombra ma non troppo delle grandi squadre, e magari anche del Milan, hai visto mai, si segnala un’altra bella storia. Marco Rigoni, classe 1980, arrivato in Serie A un po’ tardi, è vero, ma il fatto che giochi in una Società ancora poco mediatica come il Novara oscura il fatto che è fra i migliori centrocampisti del Campionato nelle classifiche di rendimento. Fa gol, può fare il laterale sinistro offensivo o giocare dietro le punte e ha tanto entusiasmo dentro di sé oltre ai piedi buoni. Chi vivrà, vedrà…

E’ inutile che Scarpini si stizzisca. La NextGen è un importante torneo giovanile internazionale a inviti, l’Inter lo ha vinto e merita gli applausi più convinti di tutti coloro che amano il calcio dei ragazzi. Ma lasci stare il titolo di campione d’Europa Primavera e di Champions dei giovani. Come chi vince il Viareggio non è campione d’Italia, l’Inter checchè ne dica la propaganda non è campione d’Europa dei giovani. Se la NextGen 2011-2012, e non lo è, fosse stata la Champions League dei giovani, l’Inter non avrebbe avuto titolo per parteciparvi perché nella Stagione 2010-2011 la Primavera nerazzurra è arrivata al nono posto, senza entrare nelle Final Eight per lo Scudetto. In una vera e propria Champions dei giovani avrebbe dovuto esserci la Roma Campione d’Italia in carica, cosa che non è accaduta. Per cui bravi, ma basta con le storielle.


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