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Mezzo disastro. I casi Theo e Leao. Comportamento inaccettabile. E Ibra è in vacanza...

di Andrea Longoni

Un solo punto e i soliti due gol subiti: costante terrificante di questo inizio stagione. Fino all'ora di gioco la prestazione è stata tutto sommato migliore delle prime due uscite (soprattutto nel primo tempo) ma poi il Milan si è sciolto come neve al sole. Sono incredibili e a dir poco preoccupanti le analogie nei 6 gol subiti nelle prime 3 giornate. Oggi il Milan potrebbe ritrovarsi già a 7 punti dalla prima della classe. Disastro.

Ma la copertina, purtroppo, se la prendono Leao e Theo Hernandez. 

Già l'esclusione dall'undici titolare doveva far riflettere e non poco. Se alla terza giornata due tra i giocatori più forti vengono lasciati in panchina, chiaramente per il poco impegno dimostrato non soltanto una settimana fa a Parma ma evidentemente anche in allenamento, allora la situazione è preoccupante. L'ammutinamento in occasione del cooling break è qualcosa di inconcepibile e mai visto sui campi di calcio. Un atteggiamento da bambini viziati che fanno gli offesi perché mandarli in panchina è lesa maestà.

La spiegazione del francese "Non ne avevamo bisogno, eravamo appena entrati", è una toppa che è peggio del buco. Il cooling break è momento di ristoro (e i due bevono dall'altra parte del campo), ma soprattutto occasione per ricevere indicazioni dal mister. Non giriamoci attorno.

Spesso si punta il dito contro l'allenatore, ma i giocatori non sono esenti da colpe e questi comportamenti non sono accettabili. Parliamo anche di un calciatore che per rinnovare il suo contratto chiede la bellezza di 8 milioni di euro, e di quello attualmente più pagato con 7 all'anno. Parliamo anche di due veterani che dovrebbero indicare la via giusta ai compagni. Male, male. E in questo anche Ibra evidentemente ha delle responsabilità. 

L'assenza dello svedese, impegnato in vacanza, è altrettanto grave: in un momento del genere, lascia un segno di pressapochismo imbarazzante.

Se analizziamo la situazione, sembra evidente l'assenza nello spogliatoio di un gruppo forte e di uno zoccolo duro totalmente responsabile.

In questo senso, fa specie che a provare a dare la scossa a pochi giorni dal suo arrivo sia stato appunto un nuovo acquisto come Morata: "Bisogna fare un passo in più mentalmente. Bisogna faticare, lavorare, fare più falli, diventare una squadra più tosta".

A una settimana dal suo approdo a Milanello, aveva già capito tutto.


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