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Maldini, Massara e le conferme di Florenzi e Messias (in attesa di Leao). Benvenuto Origi, Rebic resta. Lang, De Ketelaere, Zaniolo tra Renato Sanches, Botman, Bremer (e Pablo Marì): la strategia è chiara, ma aspettatevi sorprese

di Luca Serafini

La ridda di nomi è superiore a quella delle ultime estati. Normale: il Milan ha vinto lo scudetto, entrerà in Champions dalla porta principale, sta completando un nuovo assetto societario, sta imboccando la via dello stadio di proprietà in solitudine, crescono ambizioni e obiettivi. Sul mercato quindi si accavallano giocatori, trattative, voci, rumors. Come sempre, nel silenzio assoluto dei protagonisti principali: Maldini e Massara. 

Così, è sempre più costruttivo un esercizio di analisi rispetto ai sussurri e alle indiscrezioni. Cominciamo proprio da loro, Maldini e Massara: la firma sui rispettivi contratti metterà tutti più tranquilli, senza dubbio, ma insomma già sono stati loro a perfezionare la conferme di Florenzi e Messias, sono loro a trattare il rinnovo di Leao e quello eventuale del prestito di Diaz. Sono loro a parlare con agenti, giocatori, presidenti: in questo senso le parole di Cardinale sono più che una garanzia. L'operatività a tutto campo è già di per se stessa una conferma.

Ecco perché possono confrontarsi con Lilla e Torino per Botman e Bremer: il primo piace di più per struttura, tecnica e controllo di palla, partecipazione al gioco, ma il granata non è un ripiego. Ci sono i titolarissimi Tomori e Kalulu, ci sono Kjaer e Gabbia. Il quinto centrale con i connotati del titolare è un'opzione importantissima, a condizione di arrivarci con cifre e ingaggio stabilite dal Milan. Altrimenti, si può virare verso profili come quello dell'udinese Pablo Marì, più attempato degli altri due, ma meno costoso e senz'altro affidabile. Pobega è una pedina importante, nello scenario rossonero, come pedina di scambio: non si pensa a lui, al momento, come un possibile titolare o primo cambio in un centrocampo dove comunque, perdendo Kessie e Bakayoko, oltre a Renato Sanches servirà qualcun altro. 

Credo che Origi sia al momento molto sottovalutato da critica e pubblico. E' un ottimo giocatore con caratteristiche molto funzionali alle idee di gioco di Pioli. Con lui, Giroud e Rebic (quest'ultimo considerato anche attaccante centrale, all'occorrenza) i quadri sono chiusi, in attesa del supporto di Ibra dal 2023. A proposito di Ante: mi hanno rivelato ai piani alti - anche perché li ho stressati - che non è in vendita (salvo improbabili offerte folli), non è considerato pedina di scambio, anzi che facendo leva sul suo orgoglio dopo una stagione difficile, ci si aspetta una grande annata. Sono allineato. 

Più complesso lo scacchiere dell'esterno e del trequartista. Maldini detta le sue condizioni e piccona i suoi paletti: la buona riuscita delle operazioni Lang ed eventualmente De Ketelaere, l'opzione Zaniolo (cui non credo anche se mi piacerebbe) sono inesorabilmente legate al mantenimento dell'equilibrio nel bilancio. Una strada che il Milan conosce meglio di chiunque altro e che meglio di chiunque altro percorre da 3 anni.

C'è un aspetto infine di cui non parla nessuno: Maldini e Massara ci hanno abituati a pescare nomi neanche minimamente accennati prima dei loro acquisti (Saelemakers, Kjaer, Leao, Rebic, Hernandez, Bennacer, Tomori, Kalulu, Maignan). Non sfiora nessuno l'idea che possa andare così anche questa estate? Mi aspetto sorprese. 

Tra una presentazione e l'altra del mio libro "Il cuore di un uomo" (Rizzoli), biografia romanzata del più grande medico della storia argentina (l'inventore del bypass René Favaloro), sto facendo tappa in molti Milan Club sparsi in tutta Italia. Il loro affetto, al loro passione, il loro amore sono travolgenti. L'entusiasmo ritrovato è inebriante. Sto conoscendo persone meravigliose, sto pesando il cuore rossonero di molti uomini abituati a una storia sportiva grandiosa come quella del dottor Favaloro, che amava il calcio e amava la gente.


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