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Le “Pitture Nere” di Pioli. Fonseca e L’Hybris. L’unico equilibratore. Abraham, Manu Kone e una voce CLAMOROSA. I tre giorni del FURetto!

di Carlo Pellegatti

L’allenatore del Milan '24-'25 avrebbe dovuto essere ancora Stefano Pioli. È una mia forte convinzione. Questo possibile disegno dei dirigenti di "Casa Milan", ben delineato, è stato cancellato da un mese di aprile rovinoso, disastroso, vergognoso. Quando si paragona il Milan di oggi con quello di Stefano Pioli si commette un grave errore, se non si precisa di quale Milan di Stefano Pioli si parli. Certamente regge con quello del finale della scorsa stagione, che posso accostare purtroppo al periodo delle "Pitture nere" di Francisco Goya, famoso pittore spagnolo di fine ‘700. In una delle tante trasferte madrilene del Milan, ho visitato il Museo del Prado, dove sono stato colpito da un quadro tutto nero proprio del Goya. Mi hanno spiegato che, ad un certo punto della sua vita, forse a causa di una malattia, il pittore de "Il parasole", de "La passeggiata in Andalusia" o "Le Fioraie", opere ariose, fresche, vivaci, si trasformi nell’artista cupo delle "Pitture Nere", con temi drammatici, come "Saturno che divora i suoi figli". Impressionante!

È quello che è capitato al Milan di Stefano Pioli. Dopo la brutta quanto sfortunata eliminazione dalla Champions League, dopo un tremendo autunno condizionato dagli infortuni, sua certo la responsabilità, il 2024 vede un Milan finalmente toccare buoni livelli di gioco e di risultati. Dal 2 gennaio, vittoria con un netto 4-1 sul Cagliari in Coppa Italia, al 6 aprile, netto successo sul Lecce, uno spettacolare 3-0, la squadra rossonera vince quattordici partite tra coppa e campionato, ne pareggia due e viene sconfitto da Atalanta, Rennes e Monza. La società probabilmente si augura  che il trend continui, terminando in maniera positiva la stagione per chiudere l’avventura con Pioli a naturale scadenza nel giugno 2025. L’inserimento di tre o quattro pedine, avrebbe premesso alla squadra, già certa del secondo posto, di alzare la sua caratura, facilitando così il lavoro dello stesso Pioli che, senza problemi, avrebbe guidato una squadra ancora da alta classifica. Poi, nel giugno 2025, un allenatore di statura internazionale. Fra i candidati anche Thomas Tuchel.
   
Poi improvvisamente le “Pitture Nere” di Stefano Pioli. Nelle ultime nove partite una vittoria, quattro sconfitte e quattro pareggi. Gol subiti  18 con una media di due reti per partita. Che cosa sia successo continua a essere un mistero. Una catastrofe dunque e l’obbligo, logico e naturale e spiazzante per "Casa Milan", di chiudere il ciclo del tecnico parmigiano. La scelta è caduta su Fonseca. Una scelta divisiva perché molti tifosi rossoneri si aspettavano una decisione choc, Conte, De Zerbi lo stesso Thiago Motta, già da tempo però in parola con la Juventus. L’allenatore portoghese avrebbe dovuto studiare il periodo delle "Pitture Nere", per capire quali fossero i correttivi per subire meno reti, per regalare quella solidità e quell’equilibrio persi nel finale di stagione. Invece ha peccato di Hybris, di tracotanza, con una atteggiamento di forte e pervicace sopravvalutazione delle proprie forze , senza il minimo atteggiamento di prudenza, continuando così il trend rovinoso dell’ultimo Pioli. Peccato grave già punito dagli dei della mitologia con pesanti condanne. Ricordiamo Sisifo, Tantalo, Serse, Icaro. Anche  dagli del calcio, che hanno condannato questo modo di giocare, con le reti di Bellanova, Zapata, Man e Cancellieri, oltre le tante, troppe occasioni davanti a Maignan. E ora, espiata speriamo la colpa, spetta a Fonseca tornare a ingraziarseli, schierando un Milan più equilibrato,meno tracotante, meno oltraggioso. Dopo due giornate, essere distaccati di cinque punti dal primo posto è già un handicap pesantissimo. L’allenatore, che non ama il fado perché troppo triste, ma ha schierato una squadra molto malinconica, capisca chi, tra i giocatori, lo voglia seguire, chi creda in lui e ai suoi dettami tecnico-tattici.

Il mercato che sembrava ormai finire come un fiume nel deserto ,  sembra possa rivelare un finale da Senna che si getta nel canale della Manica a Le Havre. Ho sempre sostenuto che sarebbe una campagna di rafforzamento da OTTO , se i dirigenti avessero preso Tammy Abraham , come terza punta . Le prestazioni di Jovic e Okafor, come centrale offensivo ,nel 4-2-3-1, hanno  probabilmente chiarito che non siano adatti a quel ruolo . Quindi , probabilmente caduta la trattativa West Ham- Roma , potrebbe nascere l’idea, se non è già nata, di uno scambio con Saelemaekers , il giocatore preferito dal Club Giallorosso.  E’ l’unico equilibratore della rosa del Milan , ma non si può volere tutto.  Nella lista  di Champions League starebbe fuori Jovic. 

Dovesse uscire Bennacer, la casella dello straniero, potrebbe essere occupata da Manu Konè , stesso agente di Maignan, soprattutto se il prezzo scendesse ai 15 milioni  ,potenziale offerta rossonera   . 

Attenzione però a una clamorosa voce uscita in serata .  Il Milan vorrebbe provare con Adrien RABIOT  figura ideale  da affiancare a Fofana , nei due Milan  di centrocampo . Ipotesi ancora in embrione e che pare di difficile attuazione , ma il Milan ci starebbe  pensando.

Dopo i famosi Tre Giorni del Condor, questo fine agosto potrebbe essere ricordato come i Tre Giorni del FURetto !!


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