Lasciate stare Zlatan... La verità sulla squadra...
In tutto l'agitarsi strampalato di questa settimana, la cosa più spiacevole è che sia stato messo in mezzo Zlatan. E mi spiace perchè non è la prima volta che accade. Tutti a parlare di rispetto per Ibra e a riempirsi la bocca di lui, ma poi al momento del dunque eccolo frainteso, deformato, preso a pretesto. E sbattuto sui social senza motivo nelle ultime vicende. Mesi e mesi a parlare di Ibra tutor di Pioli: non solo una balla, ma una grave mancanza di rispetto nei confronti di entrambi. Settimane a cercare di capirne il ruolo leggendo fra le righe: niente, anche qui tempo perso. E poi gli ultimi giorni ad associarlo ad un allenatore che, udite udite, una sera entra in un ristorante per la cena, un qualcosa che voi umani non avete mai visto e non potete neanche immaginare. E nessuno invece che si sia preso la briga di andare a verificare da lui, da Zlatan, direttamente, se ci sia del vero o no. Certo che non ci sono andati, perchè se lo avessero fatto si sarebbero sentiti rispondere in uno e in un solo modo: "No, tutte c...". Come ha sostanzialmente scritto la Gazzetta, in modo evidentemente più elegante, nel tardo pomeriggio di ieri. Ma quel che fa strabuzzare gli occhi ancor di più è che a tutti, su Ibra, sia sfuggita la notizia più importante. E cioè che sta lavorando bene, che Milanello sente come positiva e costruttiva la sua presenza, che ha iniziato a mettere le mani nella pasta della quotidianità nel modo più utile e funzionale possibile. Dei tanti Ibra di cui si è cianciato da metà novembre a questa parte, l'unico Ibra, quello, intelligente, concentrato e costruttivo, che sta lavorando al meglio con Stefano Pioli, con lo staff e con la squadra, purtroppo è sfuggito...peccato...la prossima volta andrà meglio. Così come è sfuggito che tutto il Milan ha un solo pensiero, forte e chiaro: massimo, convinto e determinato sostegno a Stefano Pioli. E su questa stagione i conti si fanno alla fine, non a metà. Con Zlatan espressione della proprietà e in continuo dialogo con l'alto management del club totalmente convinto di questo.
A proposito della squadra...Piaccia o non piaccia a chi è stato condannato dalla vita a sentirsi grande dietro la copertura di un nickname senza la dignità di una faccia o di una firma, piaccia o non piaccia a chi si sente qualcuno solo come membro di un branco che offende e diffama (uno che di recente qualcosina ha vinto con una racchetta in mano lo ha detto a chiare lettere "I social non mi piacciono, non è lì la verità"), piaccia o non piaccia a questa gente ma in tutto questo agitarsi infoiato e sconclusionato, la squadra, la nostra squadra, quella che indossa la nostra maglia, è totalmente dalla parte del suo allenatore. Tutto il gruppo, con in prima fila i giocatori più in vista che hanno più luci dei riflettori addosso e quindi più responsabilità, giocano certo per il club e per la maglia, per i colori e per i tifosi sacrosanti e benedetti che li seguono facendo sacrifici in tutti gli stadi in cui scendono in campo, per loro stessi e per la loro professione, ma certamente anche e assolutamente per il loro allenatore, Stefano Pioli. Sui social il campionato è chiuso, la stagione è chiusa sembra di essere a maggio quando invece siamo a fine gennaio e c'è un mondo davanti a noi. Perché Pioli è così amato dai big vecchi e nuovi del Milan? Qualcuno se l'e mai chiesto fra gli odiatori? Tutti gli errori e tutti i danni che fa il Mister e che vengono sentenziati e illustrati honoris causa dai dottorandi in materia calcistica che si riuniscono in branco ogni minuto, devono essere sfuggiti ai grandi giocatori che fanno i Mondiali e che sono i leader anche nelle loro rispettive nazionali...strano...Così come è strano che ad agosto si dia aria alla bocca sul mercato estivo deciso dal coach Pioli e poi a gennaio si faccia la narrazione opposta, senza alcun tipo di coerenza, sull'allenatore inascoltato dalla società sul mercato. E che a sostenerlo sia anche quello che scriveva che Leao è come Niang, fa rider, oh yes. La verità è che sul difensore, basta controllarle tutte le dichiarazioni e non solo quelle che fanno comodo, Giorgio Furlani, Geoffrey Moncada e Stefano Pioli hanno sempre detto fra fine dicembre e gennaio le stesse cose quando hanno risposto a domande a riguardo. Se ci sarà l'opportunità giusta...Questo è il Milan, che da questo pomeriggio in poi se la gioca. Sul campo, come sempre. Certo che sarebbe stato meglio avere un difensore e un centrocampista in più da ruotare, certo che dobbiamo avere più veleno e più pessimismo quando ci difendiamo nei momenti topici delle partite, certo che siamo dentro una stagione in cui ce ne sono successe di ogni, certo che come sempre nel calcio e nella vita può andare bene o può andare male ma ce la giochiamo. Ce la giochiamo, capito? Tutti uniti, perchè se ce la giochiamo divisi partiamo già battuti.