L'elogio di Pioli: da seconda scelta ad anello fondamentale del Milan. Mercato di gennaio: il Milan sarà attivo. Kalulu e la rivalutazione di una prova importante
Un anno fa, in questi giorni, l’incazzatura globale dell’ambiente milanista per il 5-0 rimediato contro l’Atalanta, ricordato dalla Sud durante tutto Milan-Sampdoria 0-0 con uno striscione esposto in transenna, veniva mitigato dalla definizione del ritorno in rossonero di Zlatan Ibrahimovic, che accese le speranze e i sogni di una tifoseria che si era rassegnata all’ennesima stagione anonima, partita con la scelta errata di puntare su Marco Giampaolo come allenatore e proseguita, in quei mesi, con risultati alterni sotto la guida di Stefano Pioli. Che arrivò al Milan come seconda scelta, poiché la prima scelta era caduta su Luciano Spalletti, che decise di non darla vinta all’Inter sulla questione contrattuale, facendo decadere così la possibilità di sedersi sulla panchina milanista. Una sliding door impressionante se uno ci ripensa, perché il lavoro globale che ha fatto Stefano Pioli è uno dei fulcri di quello che è il Milan oggi. Pioli è stato prima un rianimatore, poi si è trasformato in uno psicologo e in un papà per molti ragazzi durante il lockdown primaverile ed è in quelle settimane che, anche grazie al lavoro del suo staff, è nato il Milan odierno. Da giugno ad oggi, i risultati sono la miglior cartina di tornasole di quello che è riuscito a mettere in piedi il mister, supportato dalla società e dal suo comitato esecutivo, ovvero quell’insieme di persone, tra Milano e Londra, che prendono le decisioni. Rangnick è ormai lontano, un progetto accantonato poiché anche Pioli sta dimostrando di saper lavorare bene con i giovani, ma anche grazie all’aiuto di quei giocatori esperti che, dentro un gruppo, fanno sempre la differenza.
Il mercato di gennaio sarà creativo, fatto di operazioni che potrebbero anche sorprenderci e di situazioni che potranno evolversi con il passare dei giorni. Maldini ha detto che non andranno su un attaccante, ma il dibattito interno c’è e dipenderà dai parametri economici anche perché il Milan dovrà iniziare a programmare il dopo Ibrahimovic. Arrivare in estate senza un piano ben preciso su come agire, potrebbe rappresentare un problema importante da risolvere. Il focus attuale è sul difensore centrale, con Mohamed Simakan che è il profilo in pole position in questo frangente, anche se non c’è ancora l’accordo definitivo con lo Strasburgo, che chiede almeno 15 milioni. Ozan Kabak, invece, è sempre nei radar milanisti, ma non alle richieste dello Schalke04 che ha messo 25 milioni sul prezzo di vendita. Ad oggi il Liverpool non ha fatto sondaggi concreti, ma solo esplorativi per il centrale turco. A centrocampo, con Krunic che dopo il Celtic sembra un altro giocatore, se ci saranno delle opportunità, verranno colte, ma tutto deve rientrare dentro dei parametri economici dai quali non si può eccedere se non facendo delle cessioni. In più, nella prima quindicina di giorni di gennaio, dovrebbero esserci le accelerate decisive per i rinnovi di Gigio Donnarumma e Hakan Calhanoglu, altri due tasselli fondamentali dentro questo Milan.
In tanti su Twitter hanno avuto da ridire sull’ultima valutazione fatta dal sottoscritto sulla prova di Pierre Kalulu contro la Lazio. Con alcuni c’è stato un confronto corretto, con scambi d’opinione che rientra nel nostro ruolo di giornalisti, con altri invece il dialogo è morto sul nascere, poiché chi insulta senza argomentare non merita una risposta. Rivedendo la partita con la Lazio, è evidente che Kalulu abbia fatto una buonissima partita e che gli episodi che lo hanno visto protagonista, ossia il rigore per la Lazio e il pareggio di Immobile, abbiano portato ad una valutazione negativa della prova. Ma è altrettanto vero che il resto della gara è stato caratterizzato da ottimi interventi e da letture anche coraggiose, oltreché efficaci.
L’augurio è che il 2021 prosegua, sul campo, sulla falsa riga di quello del post lockdown. Con un Milan protagonista e competitivo. Perché è ora di tornare ad occupare quel tavolo al quale, per anni, il Milan appartiene.