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L'anticipo di Galli - Ritorna il "Tasso", ma a Rotterdam piove

di Filippo Galli

Settimana densa di avvenimenti, in casa rossonera. Voglio partire dal “sunny side”, dal lato soleggiato di questi ultimi giorni per poi passare alla torrenziale pioggia (reale e metaforica) di Rotterdam. La buona notizia è il ritorno in società, dopo nove anni, di una leggenda: Mauro Tassotti. Il “Tasso” da mercoledì è entrato a far parte dello staff di Milan Futuro, guidato da Daniele Bonera. Mauro è un valore aggiunto - per le sue conoscenze e per il suo ruolo simbolico di custode del milanismo - che non tarderà a farsi sentire. Diamogli il tempo necessario per conoscere i giocatori a disposizione e le dinamiche dello spogliatoio. Conoscendo lo spessore umano di entrambi, sono certo che, insieme, troveranno la strada per risalire in classifica, in una posizione più consona al valore della nostra squadra Under 23 e ai colori che rappresenta.

Di contro, la nostra prima squadra, impegnata in una gara di Champions resa necessaria dalla follia di Zagabria, è tornata a suscitare perplessità, timori, paure. Riavvolgiamo, come siamo soliti fare, il nastro e torniamo a Empoli dove, dopo un primo tempo lento e macchinoso, la squadra aveva vinto e convinto nella ripresa, con la qualità degli interpreti e il coraggio di Conceição nel mantenere uno schieramento offensivo in inferiorità numerica. Una scelta che aveva premiato il tecnico quando l’espulsione dell’empolese Marianucci aveva riportato la parità numerica e il Milan, con un attacco sul lato corto alla destra dell’area avversaria da parte di Pulisic, uno dei “fantastici quattro”, aveva confezionato un delizioso cross per il goal di Leao che con uno stacco imperioso e un preciso colpo di testa, un gesto tecnico che non fa parte del suo repertorio malgrado il fisico imponente, aveva battuto il portiere empolese Vasquez. Era stato però il raddoppio di Gimenez a segnare quello che tutti abbiamo sperato essere il definitivo passaggio alla “nuova era” rossonera, quella alimentata dal mercato e caratterizzata dall’abbondanza di piedi buoni in attacco. Anche se, a onor del vero, lo stesso Conceição aveva voluto sottolineare già a fine gara come ritenesse irrinunciabile la partecipazione alla fase difensiva di tutti i giocatori, anche di quelli con una spiccata propensione offensiva.

A Rotterdam, anche a causa dell’indisponibilità di alcuni giocatori, il tecnico ha ripresentato il Milan a trazione anteriore. Una soluzione che non ha pagato e che ha visto la squadra in difficoltà sin dai primi minuti. Certamente l’errore di Maignan a inizio gara, che ha determinato il vantaggio per gli olandesi, ha dato una spinta notevole alla squadra di casa e al suo pubblico che l’ha sostenuta fino al fischio finale, e contemporaneamente ha acuito le fragilità che evidentemente permangono nella testa dei nostri giocatori.

Il dubbio che sorge è che, per i ritmi di gioco in ambito europeo, questa squadra non possa sostenere uno schieramento come quello proposto da Mister Conceicao e che ha visto spesso Reijnders e Fofana soffrire la superiorità numerica degli avversari nella zona nevralgica del campo e gli esterni difensivi Walker (comunque positivo) e Theo la velocità degli esterni offensivi avversari.

Le giustificazioni di fine gara, però, non bastano più. I tifosi sono stanchi di sentire che “è mancata intensità” e che “non abbiamo vinto i duelli” (tutto vero, peraltro). Manca intensità, voglia, garra, chiamiamola come vogliamo. Ma manca ancora un’idea precisa di gioco, un piano di gara che possa più o meno venire realizzato ma di cui, almeno, si possano vedere i prodromi.

Rischiano altrimenti di vacillare quelle dichiarazioni iniziali per cui il calcio è semplice, ci sono due porte, una in cui fare gol, una in cui non prenderne.  Una visione superficiale del gioco del calcio (spero volutamente superficiale, per provocare e scuotere le coscienze), secondo la quale non importa il come, il dove, il quando e il perché del suo svolgersi, che rischia di impoverire il valore della squadra.

Il prossimo impegno casalingo di campionato con l’Hellas Verona non è certo privo di insidie e sappiamo come anche il buon esito della partita di ritorno con il Feyenoord passi da una vittoria convincente contro i gialloblù. Il compito del tecnico portoghese sarà quello di ottenere un equilibrio tecnico-tattico che consenta alla formazione rossonera di avere una continuità di prestazione e di risultati sia nel contesto italiano che in quello europeo, che rappresentano l’unica via per conseguire gli obiettivi del Club - la qualificazione alla prossima Champions e il passaggio agli ottavi in quella attuale - e l’obiettivo personale: la riconferma.

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