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Il piccolo “favore” di Cardinale. Fonseca: adesso dipende anche da te. Theo: due gesti fanno primavera?

di Franco Ordine

A Gerry Cardinale dobbiamo un minuscolo favore. Indirettamente, ma grazie alla sua frase dedicata al modello sostenibile di calcio, è stata finalmente smascherata l’ipocrisia collettiva (media, tifoseria, dirigenti federali e di Lega) con cui si giudicava lo stato di salute economico-finanziaria dell’Inter del presidente Zhang. Erano (meglio dire eravamo) in pochi a segnalare il “rosso” dei diversi bilanci (gli ultimi due reduci da una gestione virtuosa sono stati: meno 85,8 e meno 35,7milioni) e in cambio abbiamo ricevuto puntualmente una valanga di insulti e contumelie. Adesso che tutto diventato ufficiale e inoppugnabile, che Oaktree ha escusso il pegno di Zhang protagonista del proprio default e che i conti del club sono passati sotto il controllo attento del fondo americano, vengono finalmente ammesse dagli stessi protagonisti “le difficoltà del vecchio proprietario” per distinguerle da quelle vissute attualmente. Non è una grande soddisfazione, a dire il vero. Perché rimane quel clima irrespirabile che accompagna ormai tutte le vicende calcistiche fuori e dentro il campo di gioco. Ma almeno un punto è stato finalmente messo e dai diretti interessati.

Il contratto di Fonseca- In questi giorni è stato pubblicato sui social un dettaglio riferito al contratto di Paulo Fonseca che serve probabilmente a decifrare il comportamento della società a proposito del tecnico portoghese. Secondo questa indiscrezione il contratto di Fonseca prevederebbe, alla fine del primo anno, una clausola rescissoria indolore da parte del Milan grazie alla quale Fonseca può essere liberato con una cifra già prestabilita. Sarebbe invece diverso qualora l’eventuale esonero avvenisse lungo l’attuale stagione: allora scatterebbe il pagamento delle altre due annate. Se così fosse, sarebbe una ottima exit strategy da parte di chi ha compilato quel tipo di contratto. Tutto questo però non scarica dalle responsabilità Fonseca. È venuto il momento in cui il tecnico deve dare una svolta alla sua gestione. È vero: ha accumulato qualche infortunio di troppo (e speriamo gli serva di lezione la prossima volta) ma a cominciare dalla Roma è il suo gioco, è il suo lavoro, è il suo contributo a diventare l’ago della bilancia. O funziona o non funziona a cominciare dalla Roma. E nemmeno i casi spinosi, ultimo Theo, possono servire da alibi.

Gesto di Theo- A volte un semplice gesto può diventare un segnale importante da cogliere al volo. Theo Hernandez, forse consapevole di aver fin qui offerto un rendimento nettamente al di sotto del suo standard, ha di recente compiuto due gesti: 1) ha pubblicato un post da tifoso del Milan per il Natale; 2) si è recato nei giorni di festa a Milanello, ha fatto aprire i cancelli per allenarsi regolarmente. Che sia una dimostrazione di buona volontà e di voglia di tornare il Theo di qualche mese fa è indubbio. Ma deve poi mantenere fede a questi propositi perché la prestazione di Verona è stata davvero scoraggiante.

Mercato- Che sia possibile o no il recupero di Bennacer, il Milan ha bisogno di qualche intervento sul mercato. Io punterei ancora sul centrocampo per non lasciare soli Fofana e Reijnders.


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