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Il nuovo Pato per il suo nuovo rientro: la metamorfosi di un talento

di Carlo Pellegatti

Il mondo del Milan è diviso in due. Chi aspetta ancora con fiducia Pato, sicuro che l’ultimo infortunio sia solo casuale e che non debba essere accostato, quanto a cause, agli altri problemi muscolari. Chi, invece, lo ha mollato, già stanco di aspettare questo giovane campione, deluso dai continui stop subiti in questi mesi, convinto che la sua storia debba continuare in un altro club.
Molti rimpiangono, non nascondiamocelo, che non sia andato in porto la sua cessione al PSG, con l’arrivo al Milan di Tevez. Opinione non certo peregrina, anche se io penso che,  anche con Pato lontano dai campi di gioco, senza l’ìnfortunio di Thiago Silva, lo Scudetto non sarebbe sfuggito. Teoria già ripetuta da me in moltissime occasione e me ne scuso.
Io comunque mi schiero. Avete capito da quale parte, quando vi dico che mi verrebbe voglia di giocare 10 euro a 20 contro uno su Pato come vincitore della classifica capocannonieri. Io ci credo ancora. Anche perché credere in lui significa avere ancora fiducia nelle possibilità di un Milan, grande protagonista in Italia ed in Europa. Sono i Campioni che aiutano a conquistare i grandi Trofei, parole certamente da Messieur De La Palisse, ma è una indubbia verità, come è una verità che Pato sia un Campione. Certo il ragazzo, che, nel debutto contro il Napoli, sembrava fosse arrivato “Come d’incanto “ da Andalasia, paese delle Fiabe e delle Magie, che ha tenuto una media di un gol ogni due partite, non lo abbiamo forse  più rivisto. Non dimentichiamo però che la sua griffe è ancora incisa sullo Scudetto numero 18, un titolo figlio del morbido slalom di Verona, quando, contro il Chievo, Pato sembra ondeggi su un Windsurf, evitando gli avversari e infilando la palla, tra palo e portiere. E’ ancora il brasiliano che, dopo le due settimane da incubo, a causa dei passi falsi contro Bari e Palermo, ricaccia indietro le speranze dell’Inter, troppo vicina ad un clamoroso aggancio, realizzando una travolgente doppietta.
Qualcuno mi dirà che io stia vivendo di ricordi. Forse, ma un giocatore che non subisce nemmeno un piccolo infortunio durante 40 giorni di allenamento nell’umido inglese, già mi regala garanzie sulla sua ritrovata condizione fisica. Credo che la vera causa di tutti i suoi infortuni muscolari sia stata individuata, accuratamente studiata e siano stati trovati anche i rimedi. La sua muscolatura, troppo potente sul bicipite, non lo era altrettanto nel flessore, che dunque non reggeva la spinta dei muscoli anteriori. Per questo motivo, a Milanello, hanno lavorato e lavorano sul delicato equilibrio dei due muscoli. Non possiedo il lessico del dott.Tavana, ma credo che sia chiara la possibile spiegazione dell’origine dei problemi del nostro Patinho.
Le immagini che ho rivisto in questi giorni, prima certo di un Pato malinconico, mentre osserva i compagni nell’amichevole di Milanello, ma poi quelle di un ragazzo, che lavora con determinazione, rabbia grinta e concentrazione, nella vasca di sabbia, mi spingono a pensare che possa vincere la nuova sfida, anche nello scetticismo generale. Il prossimo mese di novembre comunque sarà quello decisivo. Dovesse uscire dal campo con il sorriso sulle labbra, magari con il pallone di una tripletta sotto il braccio, avrebbe un significato preciso ed esaltante. Il Milan può contare su un Campione, il Milan ha finalmente ritrovato Pato, Come d’Incanto.


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