Il Milan e la Nazionale italiana: l'importanza di Allegri e Prandelli
Per costruire un Milan competitivo ai massimi livelli internazionali bisogna partire da quello visto all'opera nella seconda parte dello scorso campionato. Una squadra, equilibrata solida in difesa e prolifica in attacco, capace di esprimere un gioco piacevole benchè privo di rapidità. I rossoneri nel corso della stagione hanno sconfitto per ben due volte l'Inter campione del mondo (titolo conquistato battendo il Mazembe...), stessa sorte è stata riservata alla terza classificata, il Napoli, mentre con l'Udinese, quarta forza della serie A, ha conseguito due pareggi. La supremazia in serie A non assicura la leadership in Europa dove spiccano formazioni molto ben attrezzate. In attesa del botto finale i nuovi inserimenti (Taiwo, Mexes, El Shaarawy) sono pedine che potenziano l'organico. Nel frattempo il team di Allegri ha acquisito maggiore consapevolezza nei propri mezzi. La difesa è forte, l'attacco può contare su uno strepitoso Ibra e su Pato suscettibile di grossi miglioramenti. La chiave sarà il centrocampo. E lì che i rossoneri dovranno garantire qualità e una rapida costruzione delle azioni. Non bastano più mediani di antica memoria, oggi in quel settore ci vogliono fini palleggiatori. I centrocampisti moderni devono essere dotati di capacità di difendere, di arrivare in area avversaria e di giocare per la squadra. L'amichevole Italia-Spagna ha confermato quanto siano indispensabili i creativi e gli abili palleggiatori. Poco importa se manca un incontrista puro. I fini dicitori Pirlo, Montolivo, Aquilani, Cassano e Rossi hanno convinto. Bene anche Criscito e De Rossi. Nota a parte. I più in vista: un milanista Cassano, due possibili rossoneri Montolivo e Aquilani, e un ex Pirlo. L'assurdo è che nel giro di novanta minuti il calcio italiano è passato da un diffuso pessimismo ad un esagerato ottimismo. In fondo il match con i campioni d'Europa e del Mondo era un'amichevole di inizio stagione e per di più gli avversari erano privi di alcuni giocatori titolari. Dopo la prestazione molto positiva di Montolivo hanno scritto: "Il migliore. Universale e generoso. Uno che gioca ovunque che segna e difende. Il più moderno dei giocatori italiani." A non conoscerlo sembrerebbe trovarsi di fronte a un nuovo fenomeno. In realtà il ventiseienne fiorentino, che potrebbe presto diventare rossonero, è un elemento di buone qualità, ma non ha ancora espresso compiutamente le sue capacità. Ciò non vuol dire che il ragazzo non sia suscettibile di notevoli progressi. Per ora registriamo la sua prova convincente in un ruolo dove i fuoriclasse nostrani non abbondano. L'Italia, comunque, ha evidenziato eccellenti trame in velocità dimostrando come gli azzurri sappiano impostare manovre ben concertate e rivaleggiare alla pari contro avversari notoriamente maestri del palleggio. I meriti di Prandelli sono sintetizzati nelle pagelle stilate dagli addetti ai lavori: " L'Italia regala la vittoria più bella. La lucida follia (ndr di Prandelli) è opporsi ai campioni del mondo con le loro stesse armi. Prandelli ha fatto il miracolo." E poi: "La Spagna per una sera siamo noi e l'autostima cresce. Si può battere la Spagna sul suo terreno che è quello della manovra, della palla mai buttata, ma sempre giocata." Gli elogi proseguono: "Superato con lode l'esame con la Spagna. L'Italia dai piedi buoni piace." Grazie a Mister Prandelli la Nazionale è una squadra che ha movimenti collettivi ben studiati. E' solo un primo passo. Al di là delle note positive è vietato qualsiasi volo pindarico. Ma torniamo al Milan. La Supercoppa è un primo trofeo ben augurante e quel successo ha offerto indicazioni positive. Siamo solo all'inizio e quindi è ancora troppo presto per avere delle certezze. Sicuramente Massimiliano Allegri rivestirà un ruolo importante. Lo scudetto e la Supercoppa portano anche la sua firma. Oltretutto nel giro di un solo anno ha il merito di aver vinto tre derby ufficiali su tre, score ottenuto soltanto da Capello ed Ancelotti. Allegri ha dimostrato di essere molto preparato e quando ha commesso qualche errore è subito corso ai ripari con soluzioni che hanno prodotto risultati immediati. Con la partenza di Pirlo la squadra ha perso un impareggiabile regista. In realtà Andreino da Brescia, anche a causa di un lungo infortunio, ha giocato poco e la sua assenza è stata compensata dalle scelte tattiche dell'allenatore che è riuscito a dare un gioco efficace e a tratti spettacolare. Detto questo è altrettanto evidente che ci vuole un sostituto di "Andreino da Brescia" all'altezza per garantire l'indispensabilità qualità, senza la quale il confronto con le big d'Europa è improbo. Non basta, infatti, la fisicità, la corsa, l'intensità, l' aggressività, componenti essenziali, ma senza un elevato tasso tecnico non si raggiunge il top.