Il Milan dello scudetto non c’è più. Paolo Maldini ha chiuso il mercato. Rinnovi di Bennacer e Leao vicini, ma non bastano
Le censure espresse dopo Salerno e le critiche riferite al 2 a 2 con la Roma non erano segnali da sottovalutare. Al pari del rendimento fin qui del mercato estivo. Il terzo indizio è arrivato con il Torino in coppa Italia ed è un indizio che porta a emettere un giudizio negativo. Della partita sapete quasi tutto. Sapete che il Toro si è difeso, in modo ordinatissimo, in 10 per metà ripresa e durante entrambi i supplementari. Sapete anche che in attacco, nonostante l’arrivo dei rinforzi dalla panchina (Leao, Messias, Giroud), del Milan non si è visto granchè in fatto di precisione, lucidità e pericolosità. E che lo scatto dei granata ai quarti di finale è un successo meritatissimo, raggiunto alla maniera antica, con un contropiede lungo 45 metri. È inutile tirarla per le lunghe: non è il Milan dell’ultimo mese e mezzo dello scorso campionato quando con una rosa in piena salute è riuscita la cavalcata tricolore. Adesso, e non solo per l’assenza di Maignan, si sono aperte crepe in difesa che sembrava forgiata nell’acciaio, in attacco non sempre si può chiedere a Giroud e a Leao di marcare la differenza. E in particolare il gran numero di infortuni hanno impedito a Pioli di realizzare quella rotazione che avrebbe consentito forse di presentare un gruppo in coppa Italia con una gamba migliore.
Ma ancora più importante dell’eliminazione dalla coppa Italia, è quello che ha dichiarato Paolo Maldini prima della partita. Due i concetti fondamentali: mercato chiuso dopo l’arrivo di Vazquez, il portiere e nessun attaccante rincorso nonostante voci interne avessero accarezzato l’ipotesi di un intervento di segno contrario. Meglio così: almeno c’è un chiaro orientamento e una chiara responsabilità. L’orientamento è quello di andare avanti con le forze a disposizione nella convinzione che il tempo darà ragione alle scelte dell’area tecnica, a cominciare da CDK che ieri sera ha cominciato discretamente, ha colpito un palo casualmente, e poi alla distanza si è un po' perso come gli succede quando passa il tempo fuori dal gioco.
Il riferimento di Maldini al modello di calcio sostenibile non chiama in causa la linea guida del club perché Paolo lo fa suo e certo non assolve dal rendimento del mercato estivo fin qui deludente e nemmeno dal numero esagerato di assenti per infortunio. A cominciare dal caso Maignan che è un vero e proprio atto di accusa nei confronti di tutti, preparatori, fisioterapisti, staff tecnico.
La seconda notizia fornita da Maldini è quella riferita ai due rinnovi in corso d’opera. Quello di Bennacer viene considerato ormai scontato, si aspetta solo l’annuncio tra qualche ora, a quello per Leao stanno lavorando sodo e c’è l’ottimismo dichiarato del dirigente di punta dell’area tecnica a fare da garanzia. Sul tema, piuttosto, Maldini ha chiuso la sua intervista con una riflessione preziosa. Ha detto testualmente: “Chi vuol restare, alla fine resta”. Per dire insomma che Donnarumma, più Calhanoglu e Kessiè non hanno mostrato l’intenzione fin dall’inizio della trattativa di voler restare. Altra chiarezza necessaria.