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Il disagio di Tassotti con Seedorf. Non si accusa un compagno per un'eliminazione. Balotelli, ora urla: "S'i fosse foco"

di Carlo Pellegatti

Io non so che cosa sia successo negli ultimi mesi a Milanello ma, sondando gli umori di qualche giocatore rossonero, credo che per molti di loro sia stato un periodo totalmente da dimenticare. Gli "J'accuse" nei confronti di Clarence Seedorf sono ben circostanziati. Vanno da una totale mancanza di dialogo ad una labile organizzazione in campo. Si spazia quindi dai risvolti umani a quelli tecnici. A sgombrare il campo da ogni dubbio, anche i più scettici penso debbano concordare con la decisione della Società di esonerare il tecnico dopo le parole di una persona onesta, legata da profondo affetto ai colori rossoneri, il più anziano, come militanza, che oggi frequenti Milanello. Insomma un pezzo di storia che si chiama Mauro Tassotti. Qualche tempo fa, si era sparsa una voce imbarazzante riguardo una e-mail (!!) Inviata da Seedorf al suo più stretto collaboratore. Questo sarebbe stato il testo: "Mauro Tassotti è pregato di non alzarsi dalla panchina durante la partita". Non so se sia vero. Il contenuto di questo messaggio non è stato mai confermato da quel signore di Tassotti, ma dalla nave della Crociera rossonera l’ex assistente dell’olandese ha espresso tutta la sua amarezza, il suo disagio, la sua fatica nell'entrare, ogni mattina, a Milanello, il luogo pure dei ricordi più belli, un angolo della sua vita. Prometto che cercherò di non tornare più sugli ultimi urfidi mesi, con la speranza che Willy Wonka rimanga nelle nostre menti e nei nostri cuori per le splendide imprese sul campo. Mi auguro soprattutto che non appoggi la…palla agli avvocati o, ancora peggio, non si offra all'Inter, come mormora qualcuno nelle ultime ore. Chiudo con una riflessione dopo la sconfitta degli azzurri contro l’Uruguay. Non ricordo, a nessun livello di categoria, un giocatore che accusi un compagno di una sconfitta o, peggio, di una eliminazione. La legge, non scritta, vuole che i giocatori si affrontino, anche a muso duro, tra le mura degli spogliatoi. Additare a pubblico ludibrio Mario Balotelli è stato un brutto episodio, del quale mi auguro anche i protagonisti, certo tesi e nervosi per l’esito negativo del match, si siano pentiti. Viste le difficoltà di mercato, che sta ricalcando le orme della campagna estiva di un anno fa, rivedremo probabilmente Balo B, the Rapper, ancora in maglia rossonera. Mi permetto di dargli un consiglio. Mi toglierei il sempiterno cappuccio, infilerei gli occhiali a specchio nel cassetto, metterei su uno scaffale le gigantesche cuffie, guarderei finalmente negli occhi amici ed avversari. Poi andrei a comprare un libro di poesie, scritto da Cecco Angiolieri, infine, con una espressione fiera ed orgogliosa, urlerei, arrabbiato: ”S’i fosse foco, arderei ‘l mondo, s’i fosse vento, lo tempesterei!” Lo vogliamo così, più forte di sempre!
 


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