Ibra non può più sbagliare niente. Fonseca ripensi all’assetto tattico. Mercato ricco grazie ai conti sani
Cominciamo da Ibra. Versione ufficiale: è partito per un impegno preso ancor prima di sottoscrivere il contratto con RedBird. Prendiamola per buona visto che non si trova in vacanza né in Sardegna o a Ibiza ma (per affari immagino) dall’altra parte del mondo. La domanda successiva è la seguente: quanto tempo starà via Ibra? Da quello che si intuisce due settimane, dunque dovrebbe rientrare tra Venezia e Liverpool. Questa è la prima e ultima “falla” lasciata da Zlatan nel nuovo ruolo: se non è in grado di restare “attaccato” al Milan giorno e notte, lo dica subito oppure si adatti a questa nuova “schiavitù”. Nel frattempo mi chiedo: chi può e deve lavorare sodo, al fianco di Fonseca, in questi giorni a Milanello? Furlani e Moncada, naturalmente. L’ad ha già difeso, presentando Abraham, il tecnico ma le parole di questi tempi non bastano. Servono i fatti oltre che i risultati. E allora chi deve molto riflettere e pensare a nuove soluzioni è proprio Paulo Fonseca.
Un paio di riflessioni posso farle anche io. La prima: sono convinto che il mercato abbia completato la rosa dello scorso anno con qualche distinzione. In attacco l’arrivo dell’inglese ha sicuramente potenziato il ruolo di centravanti, Fofana ha tappato il buco del centrocampista di contenimento, Pavlovic è stata -almeno per me- una scoperta, Morata non ha bisogno di aggettivi mentre Emerson Royal mi sembra l’anello debole della catena. Lo stesso tecnico lo ha definito “ancora più offensivo di Calabria” e allora bisogna ripensare al suo utilizzo se si è alla ricerca di equilibrio tattico. Ma è il dispositivo complessivo da rielaborare perché contro la Lazio nel primo tempo il Milan è stato molto abbottonato, nel secondo troppo proiettato in avanti. Tocca a Fonseca riequilibrare l’assettocome si fa con le gomme delle auto. Altra riflessione: Bennacerè da recuperare a tutti i costi perché potrà tornare utile appena cominceranno le tre partite settimanali.
Come si può capire non nutro grande fiducia in questa gestione tecnica e allora affronto il discorso più delicato di tutti che è il seguente: quando toccherà intervenire con un eventuale cambio di panchina? Anche questo passaggio sarà un esame durissimo per il nuovo management rossonero che, per dirla tutta, non riscuote il credito necessario nonostante -e non si può non riconoscerlo- il lavoro perfetto fatto sui conti e sul bilancio che non è un risultato banale. Ricordo e sottolineo che grazie a questo lavoro, iniziato da Gazidis e perfezionato da Furlani, il Milan ha potuto permettersi le ultime due sessioni di calcio-mercato a dimostrazione pubblica che tutto si potrà dire di Cardinale tranne che abbia lesinato sugli investimenti. Nonostante i 5 acquisti e il peso di vecchi contratti inutilizzabili (Origi e Ballo Tourè) il monte stipendi del Milan resta il terzo dietro quello di Inter e Juventus. Ma per tornare al quesito di fondo: quando? Qui devono decidere oggi pensando subito all’eventuale sostituto. Poi il Milan si riprenderà? Meglio, scampato pericolo!
Rinnovi- Ricordo infine che chiuso il mercato, sarà utileprocedere ai rinnovi di Maignan (per primo) e di Theo Hernandez spiegando che ormai i rinnovi contrattuali non garantiscono più sulla conferma dei calciatori.