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I soliti errori. Da Pioli a Conte e Lopetegui. Leao, così no...

di Andrea Longoni

Non bisogna sbagliare la gara di oggi contro il Sassuolo, soprattutto per il morale, ma è chiaro e naturale che la testa sia al ritorno di giovedì in Europa League contro la Roma. E' ancora forte la delusione di chi ha il Milan nel cuore per via della brutta gara persa in casa qualche giorno fa. Con questa, il bilancio stagionale conta 10 sconfitte in 44 partite giocate: in pratica, la squadra di Pioli ha perso una gara su quattro, andamento molto, molto negativo. Spiace constatare che appena si è alzato il livello, il Milan sia tornato in difficoltà. Eppure per tanti, durante la striscia positiva (contro avversari mediamente molto abbordabili), sembrava lesa maestà interrogarsi sul futuro della panchina.

Nel caso di giovedì la partita, da un punto di vista tattico oltre che motivazionale, l'ha vinta un tecnico che ad alti livelli è da considerarsi principiante: cosa, questa, che rende ancora più grave la gestione della gara. Pioli non è riuscito a porre rimedi e anche i cambi sono sembrati decisamente tardivi, soprattutto quello di Chukwueze. Se non dovesse vincere l'Europa League, i 5 anni del tecnico si chiuderebbero con uno scudetto vinto (bellissimo) e stop. Poco per meritarsi una conferma, poco per poter parlare di ciclo vincente: questo sembra esaurito da tempo.

Nei dibattiti delle ultime settimane a proposito del suo futuro, un interrogativo è sempre emerso: con chi lo cambi? "Se lo devi sostituire con una scommessa, allora tieni Pioli". Ecco, su quest'ultimo punto possiamo essere tutti d'accordo (chi più chi meno), ma parte da un presupposto sbagliato, se sei al Milan: e cioè ritenere che il meglio in circolazione sia inarrivabile. Ripartire da Conte o Thiago Motta significherebbe migliorare: se quest'ultimo sembra molto vicino alla Juventus (e forse te lo sei lasciato scappare), il primo al momento è ancora libero. Quale migliore occasione di dimostrare coi fatti l'ambizione e la tanto sbandierata voglia di vincere? Nessuna. Se si vuole far sprofondare il popolo rossonero nello sconforto, allora va benissimo Lopetegui.

Chiusura su Rafa Leao, autore di una prova davvero insufficiente, oltre che incomprensibile a certi livelli. Per evitare le critiche, basterebbe fare il proprio dovere al massimo. Rispondere sui social a Cassano, per poi giocare così, pochi giorni dopo, non ha senso. A quasi 25 anni (non più 20) e al quinto anno di Milan, è doveroso aspettarsi un salto di qualità a livello di continuità, impegno e maturità. Il "fai bene il tuo lavoro" rivolto all'incolpevole collega Cuomo in mix-zone (frutto di nervosismo e di un evidente fraintendimento), l'altra sera andava rivolto a sè stesso. Quel sè stesso dal quale il portoghese deve pretendere molto di più.


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