I fischi a Kessie sono un autogol. Messias e Belotti: 2 pro e 2 contro. Primato tv e nuovi sponsor: contano parecchio
Martedì sera, dopo il gol capolavoro rifilato sulla schiena del Real Madrid, il suo prossimo trasferimento calcistico, Kylian Mbappè è andato davanti ai microfoni e ha dettato: “Farò il meglio per il Psg anche al ritorno, del futuro se ne parlerà al momento opportuno”. Il talento calcistico è fuori discussione, forse si tratta del prossimo collezionista di Palloni d’oro, ma qui vogliamo sottolineare la lealtà delle sue dichiarazioni. Ai tifosi bisogna parlar chiaro e non raccontare le favole perché poi non devi lamentarti se quegli stessi che ti hanno applaudito ti fischiano. Questo incipit mi serve per introdurre un ragionamento su Frank Kessiè. È vero: ha sbagliato la comunicazione, il suo agente ha fatto di peggio ma adesso i tifosi del Milan possono solo farsi harakiri se dovessero riservare al centrocampista un trattamento limaccioso. A tutti dovrebbe bastare la lezione Donnarumma. Oggi, se hai un motore di ricerca calcistica all’altezza del club, puoi trovare un sostituto a buoni e ottimi calciatori, senza rischiare di indebitare il tuo bilancio. L’arrivo di Maignan a Milanello è solo una prima plastica dimostrazione. Ne seguiranno molte altre perché certi stipendi (8,5 milioni netti l’anno la richiesta di Atangana più la commissione), come ha commentato giustamente Paolo Maldini in una conversazione privata (“non è mica Rijkaard!”), sono attribuibili soltanto a una certa categoria di calciatori. E Kessiè finora ha dimostrato solo per una stagione di essere a quel livello. Troppo poco, quindi.
MESSIAS E BELOTTI. Leggo che sono tornati di moda un paio di temi sul mercato milanista del futuro. Mi esprimo qui di seguito. È giusto riscattare Messias (valore dell’operazione intorno ai 9 milioni)? La mia risposta è, al momento, no. E spiego. Servono altre dimostrazioni, altri test di maggiore livello (le prossime semifinali di coppa Italia), e la continuità richiesta a chi gioca nel Milan per meritare una scelta del genere. Quindi aspetterei a concludere adesso la trattativa. Secondo nome: Belotti. È un tipo di centravanti più fisico che tecnico, quindi ha bisogno di essere al top della condizione per esprimere le sue qualità. Acquisirlo a fine contratto può essere un affare solo se richiesta di stipendio e commissioni dell’agente non raggiungeranno certe dimensioni. Uno così potrebbe anche aspettare dietro le quinte, con Ibra e Giroud in prima linea, nel prossimo torneo.
AUDITEL E SPONSOR. Italia-oggi ha pubblicato la classifica auditel della serie A dalla quale emerge che il Milan è in testa (15,8 milioni di spettatori) davanti all’Inter (15,3 milioni) e Juve (14,5 milioni). Non pensiate che sia una classifica ininfluente perché da questa graduatoria dipenderà anche una fetta sostanziosa degli incassi dai diritti tv. Se a questo dato si aggiunge quello dell’arrivo, per la prima volta, di uno sponsor da retro maglia (sotto il numero dei calciatori) con Wefox del valore tra 6 e 8 milioni a stagione, ci coglie al volo il valore delle due operazioni. Nella giornata di mercoledì 16 febbraio sono andati in scadenza, per i club di serie A, 598 milioni di tasse dovute a Inps e Irpef. Hanno provocato una ricerca affannosa di liquidità da parte di alcune società. Molte di loro hanno fatto ricorso a richiedere, presso le banche, l’anticipo dell’eventuale paracadute previsto in caso di retrocessione pur non essendo candidate a quel destino. Il Milan non è tra questi. Non solo. Se dovesse passare la linea Gravina, dalla prossima stagione, l’indice di liquidità elevato a 0,7 diventerebbe uno dei requisiti per iscriversi al campionato (pena l’aumento di capitale da parte degli azionisti). Se così fosse, uno studio aggiornato ha previsto che 7/8 club attualmente sarebbero fuori da questo parametro. Il Milan non è uno di questi. I nodi finanziari, prima o poi, verranno al pettine.