I danni della Supercoppa. Società e squadra: Coinceçao ha già capito... Il Milan è 4°. Dal mercato servono segnali forti. Caos biglietti e trasferte: la verità. E' sempre colpa degli arbitri
L'amministratore delegato della Lega di serie A, Luigi De Siervo, gongola tra i dollari per la Supercoppa a Riad fregandosene dello stadio semideserto di Inter-Atalanta e dei danni collaterali: le 4 protagoniste di ritorno dall'Arabia Saudita hanno pareggiato a stento 4 partite su 6, faticando nelle 2 vittorie dei nerazzurri a Venezia e dei rossoneri a Como. Nel frattempo perdendo qualche protagonista per noie di vario tipo. Statistiche. Le casse sono piene e del resto chissenefrega. Rinunciare a Natale e Capodanno per tornare sfiniti all'Epifania vale la candela dorata.
Al di là dei risultati e delle prestazioni, Sergio Coinceçao sembra aver inquadrato bene un paio di problemi atavici del Milan: la mentalità che ha impedito a molti giocatori di crescere nonostante uno scudetto e ad altri che sembravano esservisi adeguati, la comunicazione dei dirigenti. Sulla prima questione sta lavorando di petto dal primo momento del suo sbarco a Milanello. Sulla seconda questione, di là degli obblighi contrattuali televisivi non ama parlare prima delle partite e probabilmente ne farebbe volentieri a meno anche dopo: per questo chiede che qualcuno se ne faccia carico. Con assiduità.
Caratterialmente qualcosa di vede: contro il Cagliari sono mancate lucidità, precisione tecnica, cinismo in area, ma l'impegno certo non è mancato. Se tiri 22 volte di cui 11 in porta e ne lasci solo 2 all'avversario, è evidente che non può essere che colpa tua chiudere sull'1-1. A Como prestazione peggiore che con i sardi, ma reazione veemente dopo il gol dei lariani e vittoria pesante. Dal 4° all'8° posto ci sono 5 squadre in 6 punti e stanno giocando a ciapa no: i rossoneri devono tenere presente che - per quanto li riguarda - la classifica oggi taglia fuori Napoli, Inter e Atalanta, parte dalla Lazio e finisce al Bologna. In questa mini graduatoria la squadra di Coinceçao è quarta a 5 punti dalla 1a, però con una gara da recuperare. I giochi Champions restano apertissimi: sta proprio al Milan non chiuderli.
In questo senso è fondamentale chiudere un paio di colpi nelle 2 settimane di mercato che rimangono aperte. Ho scritto più volte che bisognerebbe cominciare ad accendere i radar in novembre, perché la finestra invernale è complicata, estemporanea, ma offre comunque opportunità. La punta, il centrocampista, il terzino erano e restano le priorità. Urge mandare segnali a tutto l'ambiente, perché di questo si tratta. Bisogna muoversi con tempestività.
Ci mancava la questione dei biglietti e delle trasferte per inasprire il clima tra tifosi e società. Dall'8 gennaio la gestione è sfilata dal circuito dei Club e dell'AIMC (Associazione Italiana Milan Club) e l'acquisto può avvenire solo online, singolarmente. Addio ai pullman, all'organizzazione delle trasferte - che per moltissimi tifosi significa venire a Milano, non abitandoci... - e anche alla forma di controllo superiore, delegata appunto ai responsabili dei club e della stessa AIMC. Imposizione delle procure o iniziativa delle società? La verità è che sono le cervellotiche conseguenze delle indagini sulle Curve di Inter e Milan. Come ha confermato il presidente Giuseppe Munafò a Milancommunity, i contatti tra società e AIMC proseguono, ma è necessario approfondire e risolvere la situazione perché il rischio che sta correndo il tifo organizzato è elevatissimo. I Milan Club sono realtà storiche, in Italia e sparsi nel mondo. Nella stragrande maggioranza dei casi non vivono solo di partite e ritrovi in bar, ristoranti e circoli, ma sono impegnati sul territorio nel solidale, nel sociale, nella cultura, nell'arte. La Curva è scesa in campo più volte per solidarietà andando a spalare fango, raccogliendo fondi, aiutando chi è in difficoltà. La frequentazione dello stadio, comunque, resta la priorità per tutti gli appassionati. Munafò testimonia di una collaborazione totale da parte della società rossonera.
Dopo il 2-2 in casa con il Bologna, Simone Inzaghi ha polemizzato con gli arbitri, prendendosi il merito di aver frenato le proteste dei suoi giocatori e citando anche errori in Supercoppa. Ci era già passato più volte, in recente compagnia di Gasperini, Conte, Motta, Fonseca e tutti quelli che non perdono occasione per aggrapparsi a qualche alibi. E' la nostra sottocultura, è il modo più comodo per scaricare le nostre colpe su spalle altrui. Niente di nuovo, tutto terribilmente noioso.