Ho cambiato idea su Antonio Conte. Zirkzee? Lasciatelo a Bologna se chiede 15 milioni di commissione
Ho l’obbligo di cominciare dall’appuntamento di giovedì scorso a Milanello con Zlatan Ibrahimovic per un motivo molto semplice. Ha risposto a tutte le domande inevitabili dopo settimane, anzi mesi, di silenzio e lo ha fatto offrendo spiegazioni che devono passare al vaglio dei fatti ma che non si possono considerare insoddisfacenti. Adesso sappiamo bene chi fa cosa, come sono distribuiti i ruoli e la catena di comando lungo il management di casa Milan e in particolare quali sono le responsabilità delle scelte future. Anche di quella molto discussa riferita all’allenatore Fonseca. Sul tema ho da fare un ragionamento. Sapete tutti che ho sempre considerato Antonio Conte la grande opportunità, l’occasione per offrire all’ambiente depresso l’elettro-choc di cui ha bisogno per far risalire la lancetta dell’entusiasmo tra i tifosi. A giudicare dalle prime mosse di calcio-mercato provenienti da Napoli, sua attuale casa calcistica, ho capito che a Milanello si sarebbe creato un ulteriore problema. Quale? Semplicissimo. A Napoli, con un gruppo abituato a giocare a 4 da Sarri in poi, lui ha cominciato a preparare l’inversione per passare a 3. Non discuto l’utilità della scelta, ogni allenatore ha il dovere di perseguire la propria idea di calcio. Dico solo che a Milanello avrebbe creato un disorientamento perché il team, profondamente rinnovato già l’anno scorso, sarebbe andato incontro ad altra rivoluzione tattica e strategica.
LE COMMISSIONI- Il tema del giorno è rappresentato dalle commissioni richieste da Kia per concludere il trasferimento di Zirkzee dal Bologna al Milan. Dico subito che chiedere 15 milioni non significa reclamare delle commissioni ma pretendere una tangente visto che il costo del cartellino è già fissato sui 40 milioni. E aggiungo: condivido le perplessità di Furlani e Ibra a proposito di questa cifra per un motivo che non è soltanto di costume calcistico. Van Basten in occasione della sua recente visita a Milano ha dettato: “Non so se farà subito bene al Milan, è giovane. Per vincere il Milan ha bisogno di campioni”. Ecco il punto: spendere 55 milioni senza la certezza di contare su un profilo di campione. Ha ballato una sola estate l’olandese. E aggiungo: nessun dramma nel caso in cui l’affare dovesse saltare. Sapete perché? Perché se il Milan è sopravvissuto alla fine prematura della carriera di Van Basten e ha trovato lungo la strada Weah, Bierhoff, Shevchenko, Crespo, Inzaghi fino ad arrivare a Giroud, beh allora c’è ancora vita dopo Zirkzee.
Ci sono alcuni tifosi che difendono l’attuale sistema delle commissioni sproporzionate. Per fortuna Beppe Marotta, da quando ha calzato il cappello del fondo proprietario, ha segnalato questa anomalia del calcio. Forse è il caso che anche il presidente della Figc Gravina intervenga in materia se vuole davvero incoraggiare i singoli club a intraprendere la strada della sostenibilità economica.
RABIOT- Ripeto un concetto di fondo sulla costruzione del prossimo Milan. Servirebbe anche uno come Rabiot perché ha esperienza internazionale, perché può diventare punto di riferimento in uno spogliatoio di giovani, perché può rendere più marcata la costola francese di Milanello e magari contribuire al rinnovo di Maignan e Theo Hernandez.