Galliani suggerisce il nuovo modulo: finalmente! Pazzo: campanello d'allarme. Cessione Milan: la posizione della società è chiara
Col Tasso è tutto un altro passo. In molti avranno utilizzato questo slogan coniato dalla Curva Sud, forse scadendo anche nel ripetitivo, ma vogliamo allinearci a questo coro perchè i rossoneri nella sfida contro il Cagliari hanno finalmente convinto il pubblico. Sarà un caso ma la vittoria è arrivata proprio con il vice di Allegri in panchina, che ha deciso i cambi giusti e ha modificato la squadra in campo dopo l'ingresso di Ambrosini con due mediani davanti alla difesa (l'altro era De Jong). Un esperimento da ripetere sicuramente. Nel post gara lo stesso Galliani ha “suggerito” ai due allenatori di ripensare a questa soluzione. Peccato che il Milan si sia accorto che il modulo migliore per mettere in campo questi uomini è il 4-2-3-1. I rossoneri hanno impiegato 5 gare per comprendere la necessità di un ritocco al sistema di gioco che da tempo abbiamo invocato, meglio tardi che mai verrebbe da dire. Nella sufficienza della rosa emerge, per fortuna, l'individualità di Stephan El Shaarawy, unico giocatore in grado di cambiare il volto alla partita con giocate da vero campione. E' ancora troppo presto per dire che il Milan è guarito, però ci sono stati segnali di miglioramento, proprio quello che tutti chiedevano di vedere. Maggiore corsa e più convinzione nei propri mezzi, osare maggiormente e affrontare la gara con sfrontatezza. In due partite il Faraone ha marcato tre volte il cartellino, tanto quanto Pazzini, ormai a secco da 4 gare consecutive considerando la Champions. Iniziano a suonare i primi campanelli d'allarme anche per lui abbandonato al se stesso in mezzo ad un groviglio di maglie avversarie.
Ieri sono emerse indiscrezioni riguardanti circa la cessione del Milan da parte della famiglia Berlusconi a Michele Ferrero, patron della multinazionale dolciaria e uomo più ricco d’Italia secondo Forbes, 23° come gruppo nel panorama mondiale. Non è la prima volta che i rossoneri vengono accostati ad altri gruppi imprenditoriali italiani e stranieri, vogliosi di investire e rilevare la società ma poi di concreto c'è sempre ben poco. La verità è che il Milan sta cercando una mano per riuscire a portare avanti il club senza chiedere ogni anno alla famiglia Berlusconi di svenarsi per risanare il bilancio o per investire, ma il vero problema è che ancora nessuno si è fatto avanti. Non è facile investire in questa fase particolare del mercato mondiale, soprattutto in un'azienda calcistica, notoriamente poco produttiva in cui spesso si va di là della logica di un investimento sicuro. Sentiamo dire che nel calcio si “buttano” i soldi, in parte è vero. Nel calcio “italiano” si buttano i soldi per colpa degli stadi fatiscenti, delle leggi anacronistiche e dalla mentalità di chi gestisce e crede di far funzionare l'azienda calcio. Fino ad ora si è resistito solo grazie alla passione per questo sport, in un paese di calciofili incalliti, ma da qualche anno i nodi stanno arrivando al pettine e la crisi economica, insieme al Fair Play Finanziario stanno facendo il resto. Il Milan quindi per ora resiste ma va avanti con la famiglia Berlusconi in attesa che qualcuno si faccia avanti per entrare in società, anche se difficilmente qualcuno busserà alla porta per sprecare risorse solo per una quota minima. Insomma non è così semplice come si possa pensare vendere un club dal valore di quasi un miliardo di euro. E' probabile che quest'anno di transizione sia il preludio ad una stagione, quella prossima, di cambiamenti in panchina e di rafforzamento della rosa.