Fotoricordo. Perché la gioia esiste ancora. Serve però il “loro” aiuto. Una Tregua d’amore.
Riflessi di una vittoria. Chiari e scuri.
Ho avvertito una palpabile ironia, in tanti commenti, sulla fotografia scattata da Florenzi ai suoi compagni, allegri e vincenti, nello spogliatoio di San Siro, al termine di Milan-Como. Come se la gioia fosse ormai un sentimento da bandire, ormai uno stato d’animo fuori tempo. Invece esiste ancora … certo che esiste!
Un sorriso per i tre punti conquistati, la tanta voglia di ricordare un bel momento dopo una partita sofferta. Emerge da questo scatto la bellezza professionale di questi Ragazzi che indossano la maglia rossonera. L’unione di un gruppo che ha sempre lottato insieme, che mai si è demoralizzato, che ha recuperato partite già perse, che ha regalato una Coppa da netti sfavoriti. Nonostante le mille traversie a causa dei risultati, che da subito non sono arrivati, delle prestazioni faticate e faticose, del sempre choccante cambio di guida tecnica.
Spero che questa fotoricordo rimanga nella storia di questa stagione, come simbolo di un finale di campionato che possa ripagare i tifosi dalle tante delusioni, atroci e insopportabili, subite nel corso di questi mesi. Riguardando, fra qualche anno, questa immagine, mi auguro dunque che noi possiamo sussurrare le parole della canzone dei Gemelli Diversi:
“Cerco su ogni volto un ricordo
E sembra che il tempo non sia mai trascorso
E un brivido chiude lo stomaco, rimango incredulo
E so che le emozioni non muoiono mai”
Perché queste ultime dodici o tredici partite possano rimanere indimenticabili nel cuore di ogni tifoso serve, però, e subito, il “loro” aiuto, l’aiuto dei tifosi più caldi, quelli che da sessanta anni sono stati la colonna sonora delle grandi imprese rossonere su tutti i campi del mondo. Manca certamente anche ai giocatori la corsa verso il loro “popolo” a ogni fine partita. Come ai tifosi che vengono da tutto il mondo chiudere la partita con il coro più bello: “Forza Lotta vincerai, non ti lasceremo mai”.
Non si tratta di un passo indietro da parte di nessuno, ma di un primo passo in avanti di tutti, fondamentale per le fortune della squadra. La definirei “una tregua d’amore”, per aiutare i giocatori nel momento decisivo della stagione. Perché fra qualche tempo, questi giorni difficili vengano ricordati con grande orgoglio. Nel momento infatti del massimo sforzo, l’affetto per la storica maglia e per la gloriosa bandiera sono riusciti a cancellare, anche se per poco tempo, il motivo degli attriti, dei contrasti, delle proteste, senza, ben inteso, mai aver dimenticato perché si sia giunti a questo punto di esasperazione e di rottura.
Tutti ancora insieme, insomma, nel nome del compagno di viaggio di tutta la nostra vita.
Perché, alla fine, possa trionfare, come in tutti questi anni, solo il nostro caro, vecchio, decrepito Milan!