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Fonseca, generale di Napoleone. Leao e la Real Politik. Il pasticciaccio di piazzale Axum

di Carlo Pellegatti

Minuto 61. Fonseca ordina i cambi. Fuori Leao e Loftus. Dentro Okafor e Chukwueze. Il portoghese esce a testa bassa, mentre tutto il pubblico di San Siro fischia la decisione. Leao non era stato il peggiore certo fra i rossoneri, protagonisti comunque non brillanti nella prima ora di gioco. Con il giovanissimo Bruges invece subito pericoloso, fermato solo dalle parate di Maignan e da una clamorosa traversa. Belgi che avevano anche la forza di pareggiare nonostante l’inferiorità numerica. E Il Milan? Non bello, non veloce, non intenso. Troppo più simile a quello di Firenze che alla squadra vista nella prima mezz’ora di sabato scorso. 

Arriviamo dunque al minuto 61. Nessuno dunque si aspettava il cambio di Leao. Non passano trenta secondi che Okafor vola via al suo avversario, mette in mezzo per Reijnders che realizza la rete del vantaggio. Passano dieci minuti. Chukwueze si scatena sulla destra, passa a Reijnders che segna il suo secondo tempo. Napoleone voleva solo generali bravi e fortunati. Fonseca sembra un generale bravo e fortunato perché ho temuto che, in caso di mancata vittoria, sarebbe stato travolto dalle critiche. Invece, come ha confessato a fine partita, era un Milan senza intensità che ha trovato nei cambi la via giusta oer conquistare i primi tre punti di questa Champions League. Bisogna però migliorare, e di molto, le prestazioni.

È intanto il momento più difficile della carriera rossonera di Leao, che, persa la comfort zone di Pioli, deve confrontarsi con la Real Politik di Fonseca. Per un giocatore che per rendere al massimo deve essere sereno facile prevedere tempi tormentati. Detto questo comunque il mio voto è 6,5 perché se dovessi dare l’insufficienza a Rafa allora molti sarebbero intorno al 4, perché tanti un voto sotto il suo. 

Chiudo con una battuta sullo stadio. Ricordando un famoso romanzo di Carlo Emilio Gadda potrei definire la questione stadio: “Il pasticciaccio brutto di piazzale Axum”. Leggo che potrebbe tornare di attualità la possibilità di costruire a San Siro. Sì, ma quando tra referendum, comitati di quartiere e proteste per i decibel?  Intanto a San Donato si va avanti ma cominciano molti, anche lì, a essere basiti e sconcertati. Per essere la via più… rapida (sic) per tornare protagonisti sul mercato e ridurre il gap con gli altri top club, rimango anch’io molto perplesso. Anzi non ci capisco più nulla!


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