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E' un Milan senz'anima che non fa più paura a nessuno. Galliani-Berlusconi e la telefonata notturna (di sabato) su Allegri che sta finendo i bonus. Lo scudetto del 2011 caso isolato? Si spera di no

di Pietro Mazzara

Quando una squadra come il Milan perde le prime due partite in casa contro Sampdoria e Atalanta nella stessa identica maniera, allora capisci che non sarà annata. Anzi, che sarà un’annata da brividi se non succederà qualcosa che al momento sembra quanto di più utopico ci possa essere in questo scorcio iniziale di campionato. Il Milan non è un squadra. E’ un insieme di giocatori che scendono in campo senza un’idea precisa di gioco dando la sensazione a chi osserva dalle tribune di San Siro, di andare a casaccio nel tentativo spesso vano di trovare un episodio. Ebbene così facendo non si va avanti. Né in Italia né in Europa. Una delle sensazioni più brutte che questa squadra sta trasmettendo da qualche anno a questa parte, ovvero da quando ha iniziato a vendere i campioni, è che chiunque possa arrivare a San Siro e fare bella figura. Si perché il Milan non fa più paura, né tecnicamente né mentalmente. Gli occhi dei giocatori rossoneri non sono quelli di chi è consapevole di dover fare necessità virtù viste le scelte societarie bensì sono quelli di chi sa che tali decisioni possono diventare un alibi. No, non è così signori. Il Milan non può permettersi queste figuracce colossali. San Siro, è vero, è uno stadio che non perdona ma se non si è in grado di reggere la pressione della scala del Calcio, di non saper reagire al suo giudizio severo e al 99% delle volte giusto, allora c’è poco da fare. La squadra, secondo Abate, avverte lo scetticismo del pubblico ma non potrebbe essere altrimenti. Serve una scossa che può arrivare solo ed esclusivamente dal presidente Berlusconi. Nella notte tra sabato e domenica è squillato il telefono di Galliani più volte e, probabilmente, ci sarà stata anche la chiamata del numero uno rossonero che non avrà di certo gradito la pessima performance della sua squadra. Serve un suo intervento diretto, soprattutto a livello psicologico, su squadra e allenatore anche perché adesso, persino una buona squadra come l’Anderlecht è legittimata a sognare il colpaccio martedì sera. E la sensazione è che il patron non gradisca più l'attuale tecnico o il suo modo di giocare. Lo spogliatoio è preoccupato, i ragazzi non hanno un leader che li possa trascinare e se manca la carica dell’allenatore, che ha le sue colpe, beh allora vuole dire che c’è poco da fare.

Massimiliano Allegri nonostante si dica sereno, sa bene che la sua posizione traballa. Insomma, la panchina del Milan è calda e forse sta raggiungendo temperature che potrebbero non esser più sostenibili. Nell’anno in cui vanno via tutti i campioni, vecchi e meno, c’era la necessità di vedere la mano dell’allenatore in questa squadra. Forse, quello che stiamo vedendo, è il massimo che si può vedere in questo momento con questa squadra. Le amichevoli estive contro Schalke e Chelsea erano state un barlume di speranza ma dal 5-1 con il Real Madrid passando per il 3-2 del Berlusconi contro la Juventus, ecco che forse si è visto il valore suo e di questo Milan. Il tempo per plasmare la squadra lo si è avuto (quasi due mesi estivi) dove probabilmente si sarebbe dovuto dedicare maggior tempo alla parte tecnica e allo studio di più soluzioni tattiche rispetto alla parte fisica. Probabilmente nei prossimi incontri si cambierà modulo, ma non sarà facile. Fatichiamo ancora a capire certi cambi e iniziamo a non comprendere più certe scelte dal primo minuto. Perché in un Milan scarso a livello tecnico, il miglior terzino a livello di qualità è De Sciglio che paga il fatto di avere 20 anni ma risulta essere anche l’unico in grado di arrivare sul fondo e di crossare senza problemi verso il cuore dell’area avversaria. Fatichiamo a capire l’intoccabilità di Boateng nelle rotazioni della sostituzioni così come non mi capacito nel non vedere una mossa azzardata da parte di Allegri. Sotto per 1-0 in casa con l’Atalanta non puoi rimanere con soli due attaccanti in campo. Chi se ne frega dell’equilibrio quando devi rimontare e rimediare all’ennesima figuraccia. Perché senza Ibra la davanti, tutto diventa più difficile e viene da pensare che lo scudetto di un anno e mezzo fa possa essere l’episodio isolato. Una cena imperiale all’interno di un periodo di vacche magre che dovrebbe saziarti per i momenti più bui. Ma al Milan non ci si può permettere di sedersi una volta ogni tanto alla tavola dei vincitori. A proprosito di cene, ieri sera ce n'è stata una tra lo stesso Allegri e Adriano Galliani in una pizzeria di Milano che ha bissato il pranzo di Milanello. Un contatto costante e continuo per rassicurare l'allenatore, che è stato una scelta dell'AD della quale Galliani si sta prendendo tutte le responsabilità compresa quella di parafulmine nei confronti di Berlusconi. Il tutto in vista dell'esordio di domani contro l'Anderlecht. Sperando che la musichetta della Champions faccia il suo effetto.


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