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Dispiace deludere gli “invidiosi”: il Milan non avrà bond sulle spalle. Elliott ha posto questa condizione

di Franco Ordine

Dobbiamo ad Alessandro Giudice, manager di rango, esperto di finanza e collaboratore del Corsport, una precisazione che vale la pena raccogliere e rilanciare. Allo spuntare di una notizia secondo cui Investcorp, acquirente del Milan, avrebbe intenzione di completare l’operazione finanziaria ricorrendo a un bond da mettere in capo all’ac Milan, Giudice ha spiegato che questa eventualità è ESCLUSA dalla condizione messa in chiaro da Elliott. Di qui l’inevitabile commento riservato a tutti i pisquani che festeggiavano l’evento (“avete visto? Anche il Milan fa bond!!!!!”): la prossima volta! Elliott si è comportato così dal primo giorno in cui ha messo piede a casa Milan. Pochi ricorderanno che il fondo aveva emesso un bond da 120 milioni presso la borsa di Vienna per garantire alla coppia Fassone-Mirabelli di effettuare il mercato accolto con la fanfara da moltissimi tifosi poco evoluti e poco esperti, per non parlare dei famosi esperti che avevano assicurato lo scudetto addirittura!

LA CONDIZIONE VIRTUOSA- Bene: appena entrato in possesso del club, Elliott ha estinto il bond “ripulendo” così il club da quel debito. Allo stesso modo- a ragione aggiungo io- pretende che si comporti il prossimo azionista, il quale naturalmente è libero di farsi finanziare da chiunque l’operazione ma l’importante è che non la ponga sulle spalle dell’acMilan. Per intendersi: compri la casa Milan, ti fai dare il mutuo dalla banca ma in garanzia non dai in pegno la casa Milan ma eventualmente le altre tue fortune!Trattasi quindi di condizione e non di clausola ma la sostanza è sempre la stessa. E i motivi sono facilmente spiegabili: 1) Elliott non ha bisogno di vendere; 2) Elliott ha ricevuto numerose altre richieste che non sono state prese in esame; 3) Elliott può eventualmente lasciare il Milan ma non certo il mercato italiano e quindi ha interesse a conservare l’ottima immagine guadagnatanell’operazione rossonera.

PRECEDENTE PERICOLOSO- In materia esiste un precedente pericoloso ed è il seguente:quando Massimo Moratti cedette a cifra quasi simbolica l’Inter a Thohir, l’uomo d’affari indonesiano congelò i debiti invece di azzerarli. Questi debiti sono poi finiti a Suning nel passaggio successivo e congelati nel famoso bond da 420 milioni che ha prodotto, al tasso d’interesse, la bellezza di 30 milioni l’anno per 5 anni da versare appesantendo così la gestione ordinaria. Con 30 milioni l’anno si può acquistare un calciatore top.

SCELTE E MERCATO- Per tutti questi motivi e in vista dei tempi necessari per concludere il trasferimento, le notizie sull’immediato futuro di management e mercato rossoneri, sono il solito tentativo di buttarsi in avanti per alzare poi il ditino e sostenere “io l’avevo detto”. Evidente che l’area tecnica, con scadenza del contratto a giugno, sarà riconfermata in blocco. La speranza è che venga fatta la stessa scelta anche per l’ad Ivan Gazidis (contratto in scadenza a novembre) perché si tratta di un team collaudato, che lavora al meglio come hanno documentato i risultati tecnici e amministrativi. Perciò il rilancio di alcune operazioni (Renato Sanches per esempio) non sono altro che attività intraprese dal Milan di Elliott e che molto probabilmente saranno portate a compimento.

COMUNQUE FINISCA- Comunque finisca il campionato, su un punto bisognerà riflettere in queste ore prima di affrontare le tre ultime CURVE A GOMITO della stagione. Basta una sola cifra al riguardo: il Milan spende all’anno tra monte-stipendi e ammortamenti di cartellini una somma che si aggira tra i 165 e i 175 milioni di euro, quasi 100 milioni in meno (100 milioni!) del concorrente interista. Questo significa che il futuro non riserverà sgradite sorprese e cambiamenti di rotta inevitabili.


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