Delitto sull'erba verde
Capitolo primo
Il telefono suona all’improvviso, disturbando il suo sonno pomeridiano. Hercule Poirot sistema la sua retina sui capelli e risponde con voce stanca: ”Chi parla?".
“Sono qui con un gruppo di tifosi del Milan. Intervenga prima che sia troppo tardi. La squadra è lontana dal primo posto. Rischia di ritornare agli anni bui, quando passavamo la settimana a guardare le altre in televisione mentre suonava la musica della Champions League. Un incubo che vorremmo non ritornasse più!”.
“Non mi sono mai occupato di sport. Come posso aiutarvi?“.
“Mr Poirot, cerchi il colpevole prima che sia troppo tardi".
Hercule Poirot raduna gli indiziati nella sala del caminetto di Milanello. Con il suo strascicato accento francese chiede subito al cameriere una cioccolata calda, la sua passione. Poi, mentre la sorseggia in un silenzio irreale, guarda fisso negli occhi i tanti sospettati. “Le mie celluline grigie stanno lavorando da tempo“, dice con un sospiro.
Davanti a lui Gerry Cardinale, il proprietario, e il suo senior advisor Zlatan Ibrahimovic. Su due sedie accanto al caminetto l’Amministratore Delegato Giorgio Furlani con Geoffrey Moncada. Seduto sul divano, accanto all’ultimo capitano, Theo Hernandez , l’allenatore Paulo Fonseca. I loro visi illuminati dalle luci dell’albero di Natale.
“Il caso non è semplice - esordisce l’investigatore belga - Lei, Mr Cardinale, vuole portare la sua grande esperienza nello sport americano ma siamo in Europa, e soprattutto in Italia. I conti sono in continuo miglioramento, ma non i risultati sportivi che stanno peggiorando, anzi sono i peggiori degli ultimi anni. E il Milan è una squadra di calcio, dove anche la comunicazione è, per i tifosi, un elemento fondamentale. E la sua voce non l’hanno mai sentita - esclama con timbro alterato- sarebbe importante e le porterebbe forse qualche consenso in più. Non siamo solo in un parco di divertimenti dove tirare le magliette agli spettatori, che mangiano i pop corn baciandosi nella kiss cam con la musica a palla!".
Poi volge lo sguardo a Zlatan Ibrahimovic: "Lei doveva rappresentare il legame tra società e Milanello".
“E lo sono - risponde, seccato, con la sua voce tonante lo svedese - sono in continuo contatto con l’allenatore e i giocatori. Vado a Milanello e ho sempre call con loro. Non accetto insinuazioni di alcungenere!".
Hercule Poirot prende la tazza per un altro sorso di cioccolata. “Si sta raffreddando. Ne posso avere un’altra più calda?”
Poi sfida lo sguardo gelido di Ibra. “Sig Ibrahimovic, lei è stato giocatore. Sa bene quanto sia importante che qualcuno della società sia sempre, ripeto SEMPRE – dice calcando la voce sull’avverbio di tempo e sfidando lo sguardo di Zlatan – accanto all’allenatore e alla squadra, ma a Milanello. Ancor di più a Milanello", urla il più famoso investigatore del mondo. "Li guardi in viso, soprattutto nei momenti difficili. Capisca i problemi, parli a uno a uno con loro intuendo quali siano le difficoltà. Si confronti, faccia a faccia, con l’allenatore anche sulle questioni tattiche e tecniche".
“Dottor Furlani - e si volta verso il massimo dirigente di Casa Milan - Il suo lavoro è stato esemplare. Parlavo già prima di un Milan sano e ricco. Questo diventa quasi una colpa se gli investimenti non aiutano la rosa a migliorare sul piano della qualità. Dottor Furlani, sì perché c’è una grande differenza fra costi e investimenti. Aver acquistato, per esempio, un grande centravanti da affiancare a Giroud nella scorsa stagione avrebbe spostato un po’ i conti, ma avrebbe aiutato la squadra a aumentare le possibilità di giocare una grande Champions League e quindi di conquistare un posto nel Mondiale di Club. Non sono costi ma Investimenti perché sono soldi che tornano!“, ammonisce severo.
“Quanto a Lei, signor Fonseca, scusi - dice abbassando la voce - mi permetta di non chiamarla Mister, è una parola che detesto. Aveva in mano una squadra ben assemblata dal suo predecessore, una squadra prima in campionato e semifinalista in Champions League, solo qualche mese fa. Doveva solo portare qualche accorgimento tattico e evitare gli infortuni, trovando l’equilibrio perso nella ultima fase della scorsa stagione. Ha voluto cambiare molto, raggiungendo risultati eclatanti in qualche occasione, seguite da cadute ancor più dolorose. A volte troppo coraggio, a volte troppo timore. Riesce insomma a far trovare a questo Milan la sua strada?!".
“Chiudo con te, Theo Hernandez. Non è certo tutta colpa tua se il Milan sta faticando così in campionato. Che cosa però sta succedendo? Dicono perché ti manchi Paolo Maldini. Se pensassi così offenderei la tua personalità. Dicono che ti manchi Pioli, ma molti sostenevano che avesse snaturato il tuo gioco. E allora? È una questione legata al contratto? Non lo voglio pensare, anche se non appare ancora chiaro se i contatti siano continui, come dice qualcuno, o interrotti da tempo, come sostiene qualcun altro!!”.
Nessuno parla. Hercule Poirot guarda per l’ultima volta gli indiziati poi rivolgendosi a Geoffrey Moncada gli dice: ”La prochaine fois nous parlerons des transfers, des achats e du mercato 2024. Sì, Geoffrey, la prossima volta con te approfondirò questo aspetto!".
Poi lascia la sala dicendo laconico: "Avete l’impegno di Coppa e sono sicuro che farete bene. Oggi non è dunque il giorno per indicare il colpevole, ma le mie indagini continuano. Tornerò presto!". Poi, dopo un lungo sguardo inquisitore, chiude la porta!
Fine del primo capitolo