Dati agghiaccianti sugli infortuni. Un solo rimedio. Il bomber di gennaio e il futuro centravanti
Come il famoso Comma 22 dell’esercito americano: “La condizione la trovi solo giocando, ma se giochi troppo, rischi!”. Mai mi era capitato di assistere con così inaudita frequenza a una serie di infortuni tanto gravi e drammatici. Colpiti calciatori che giocano in manifestazioni, leghe e ruoli differenti. Ormai sembra di assistere a film drammatici, violenti, angoscianti come “Non si uccidono così anche i cavalli?”, dove 144 coppie ai tempi della Grande Depressione si sfidano in una logorante maratona di danza fino alla auto-distruzione. Oppure al capolavoro di Norman Jewison, girato nel 1975, il violentissimo “Rollerball”, dove si immagina il mondo nel 2018, cioè… qualche anno fa. Per fortuna si tratta di fantascienza ma, sui campi di calcio, quanto a immagini crude nelle ultime settimane non siamo tanto lontani da quelle del film come numero e come impatto emotivo. L’ultima quella di Gavi del Barcellona. Sono saltati, prima di lui, Zaire-Emery, Camavinga, Vinicius, Neymar, Leao, Arnautovic per citare i più famosi. La causa pare evidente, come detto nel Comma 22. Si gioca troppo. Lo confermano i numeri di un interessante e eloquente pezzo sull’Equipe, che illustra uno studio dell’assicuratore britannico Howden. In base a questi dati le spese sanitarie dei club nei cinque principali campionati sono incrementate dopo il Mondiale in Quatar del 30%: da 553 milioni a 705 milioni. L’Indisponibilità media dei calciatori è passata da 11,35 a ben 19,41 giorni. Gli infortuni alle cosce sono aumentati del 130%, quelli alle caviglie del 170 % e ai polpacci del 200%. Non è finita qui. Dopo il Mondiale, il 44% dei giocatori sentiti confermava di accusare usura fisica, il 23 % usura mentale, e il 53% confessava di ritenersi più esposta agli infortuni. Penso purtroppo che ,eccetto che ai diretti interessati, ai loro allenatori, agli staff sanitari, questo non sia un argomento che scuota più di tanto le Federazioni. Sembra evidente che esista un solo modo di arginare l’emorragia di infortuni, ma è quello più temuto, RIDURRE IL NUMERO DELLE PARTITE, diminuendo altresì il numero delle squadre nei singoli campionati, a scalare dalle prime serie alle serie minori. Iniziativa importante, direi fondamentale, anche sul piano economico.
Un altro punto riguarda gli impegni delle squadre nazionali. A parole, tutti condividono la proposta di accorpare a giugno le partite appunto delle Nazionali, magari rivoluzionando i calendari. Poi in pratica non si muove nulla, non si vuole toccare nulla. Anzi, nel 2025, si giocherà dal 13 giugno al 15 luglio il Mondiale per Club negli Statui Uniti. Ricordando i volti dei finalisti a Usa 94, partita disputata il 17 luglio a Pasadena, in California; immagino già le condizioni dei reduci nella stagione successiva. Chissà quali scontati OUT fioccheranno sulla testa degli allenatori!
A proposito di Mondiale per Club, le prossime due partite di Coppa chiariranno molto quali saranno le possibilità del Milan di partecipare alla manifestazione oppure quella di trascorrere una estate di riposo guardando in televisione Inter e Juventus o Napoli. Soprattutto il match di martedì, avversario il Borussia Dortmund, che i rossoneri affronteranno senza Leaoland, il parco di divertimenti più famoso al mondo. Tornerà però Giroud, autore di una spettacolare “Retourne”, in italiano “rovesciata”, contro Gibilterra. “Oliviero lo Sparviero" è in grandi condizioni psicofisiche. In attesa della punta di gennaio, i tifosi milanisti si affidano alla sua classe, al suo fiuto del gol, al suo senso della acrobazia. Non ho dubbi quale possa essere la figura ideale per il mercato d’inverno e per quello di Giugno. L’attaccante ideale di gennaio è un “Lukakone “ nigeriano, forte fisicamente, potente nella corsa, sempre presente in area, ma dotato di una progressione formidabile, insomma le doti di Lukaku. Il costo? Sostenibile. L’ho visto giocare recentemente nella sfida, allo stadio della Mosson, tra il Montpellier e il Nizza. Ha confermato di essere un giocatore già forte, ma che possa avere ancora margini di crescita. Si chiama, lo avete capito certamente, Akor Adams. Da affiancare a Giroud in questa stagione e nella prossima, quando finalmente il Milan potrà regalare ai suoi tifosi il forte, fortissimo attaccante del presente e del futuro.
Costo…eh no, per un bomber di questo livello, per un grande centravanti di formidabile prospettiva, …eh no, questa volta serve una eccezione. La cifra da investire non deve rappresentare la priorità. È nato nel 2003, è alto 1,94. Possiede tecnica, velocità, elevazione. Si chiama Benjamin Sesko!