Da agosto troppi singoli al di sotto della sufficienza. Sorteggio Champions: l'Inter…
In questi ultimi 3 mesi in cui improvvisamente il libeccio che soffiava da agosto, si è trasformato in tifone che spira contro con ferocia, abbiamo parlato - credo - di tutto: il mercato 2022, gli infortuni, i moduli, i problemi mentali, la condizione, la preparazione. Ogni tema dell'analisi ha un fondamento. Di un aspetto, però, si è disquisito poco: i singoli. I troppi insufficienti davvero non erano preventivatili, perché molti giocatori non hanno reso o non stanno rendendo secondo i loro standard, secondo le loro potenzialità.
Maignan, anzitutto. La sua assenza prolungata - lo ha detto lui - è stata in parte dovuta al suo tentativo di forzare quando il primo rientro era ormai prossimo, in autunno inoltrato. Quanto sia fondamentale Mike in questa squadra lo stiamo riscoprendo adesso. Nel mirino è così finito anche Tatarusanu al quale, un po' come Pilato, non attribuisco colpe particolari fatta eccezione nella partita con il Sassuolo. Il fatto è che sono molto diversi: il primo è un calciatore di campo (un mio amico dice che se facesse il centravanti, segnerebbe 20 gol a stagione...) che usa benissimo anche le mani, il secondo è semplicemente un portiere. Calabria è stato assente molto a lungo, al rientro ha giocato una sfilza di partite, una dietro l'altra, ora con il nuovo modulo sembra sparito dai radar. Florenzi e Kjaer hanno sofferto di infortuni e convalescenze.
Tomori ha preso il riconoscimento MVP a Londra, poi ha sbagliato partita con l'Atalanta ed è una cosa che in questa stagione è capitata più di una volta. Theo ha avuto un complicato mesetto (abbondante) post-Mondiale, ma è adesso il più incisivo di tutti. Di Ballo Touré abbiamo smarrito le tracce. Anche la stagione di Bennacer è ondivaga tra infortuni, panchine e rendimento, ora al picco, ora al minimo. Tonali ha giocato sempre, sempre, sempre: normale qualche fisiologico calo. E tra le assenze dobbiamo annoverare quelle prolungate di Saelemakers (cresciuto pochissimo dal giorno del suo arrivo) e Ibra, quelle frequenti di Messias e Origi che comunque quando è presente, non si è mai avvicinato alla sua controfigura di Liverpool. Il rendimento di Rebic è davvero deludente, lontanissimo da quello che va dal 2020 al 2022.
Nulla da eccepire su Diaz, Thiaw, Kalulu (solo un paio di gare non all'altezza, nel marasma della squadra) e Giroud. Non so come né perché Dest, Pobega, Vranckx, Adli siano precipitati nella scala gerarchica fino a scomparire, persino a vantaggio di Bakayoko. Pioli non è un autolesionista, avrà le sue ragioni e quelle devono andare bene a tutti, tranne che agli esclusi. Su DeKetelaere non c'è altro da dire, se non sperare che l'estate lo trasformi riportandolo a settembre quello che era in Belgio. Resta Leao. Nuovo modulo? Contratto? Non ci credo, perché altrimenti non farebbe quello che in allenamento Pioli sostiene che faccia, per poi evaporare in partita. Per lui come per tutti, è necessario leggersi dentro, capire, reagire. Questa discontinuità è deleteria per loro e per la squadra. Svaniscono i punti fermi e quelli di riferimento, mancano le certezze che hanno consentito al Milan di sopperire a lacune tecniche con un eccezionale spirito di squadra. Che significano intensità, sacrificio, abnegazione: tutte le armi che servono a difendere con i denti il piazzamento che riporta in Champions.
A proposito, i sorteggi. Ho letto da più parti che non si vorrebbe uno scontro fratricida tra italiane. Ai quarti di finale non è lecito scegliere quale sarebbe meglio, o meno peggio, tra una e l'altra: stiamo parlando delle eccellenze europee in cui, orgogliosamente, svettano 3 italiane su 8 squadre. Tanto basta a smentire chi ci vede l'ultima ruota del carro tra Premier, Bundes e Liga. Se facciamo un ragionamento logico, per valori tecnici, non vi è dubbio che l'avversaria più alla portata sarebbe l'Inter. Viceversa, lo sarebbe il Milan per i nerazzurri. Non occorre che dica di non farsi troppe illusioni sul Benfica: è fortissimo, gioca bene, è in fiducia. Poi ci sono Bayern, City, Real Madrid, Chelsea che sarebbe stato una manna a gennaio o febbraio, ma si è rimesso in sesto. Infine il Napoli, che ha quasi un girone di vantaggio sulle inseguitrici, in serie A e meglio di Inter e Milan può prepararsi ai quarti, senza l'assillo del campionato.
Certo che l'attesa per il doppio derby sarebbe logorante, spasmodica: chi ha vissuto le semifinali di vent'anni fa, ricorda bene la tensione che si respirava ad Appiano, a Milanello, ma anche in città. Dal punto di vista tecnico, però, la doppia sfida stracittadina sembrerebbe l'unica strada per portarne una delle due in semifinale e io credo che se il Milan sarà quello del Tottenham, potrà andare avanti. Specie se avrà voglia e determinazione di lavare le onte subite in Supercoppa e in campionato. In verità, certamente più suggestiva sarebbe una doppia sfida con un qualsiasi altro avversario. Non so perché, sento che dall’urna uscirà il Chelsea, ma intanto c'è da pensare seriamente alla trasferta di Udine: non c'è più tempo per perdere punti e occasioni.