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Carlitos e il valore della parola data. Il vero avversario del Milan. Il tavolo della pace e un sogno. In Europa come Lazio e Udinese, non come il Palermo

di Mauro Suma

Carlitos, Carlitos…è la frasettina con sorrisino destinata a passare agli atti, era il mese di Novembre, durante una pausa del Campionato, come la prima fessura di buon umore di Adriano Galliani nei confronti di Carlitos Tevez. Non so se la trattativa andrà o meno in porto e non so se Tevez sarà sul campo lo stesso crack che è a livello mediatico, ma, ragazzi, che Santabarbara! Massimo Mauro populeggia su Repubblica rivolgendo un appello affinché il Milan non premda Tevez in un periodo di crisi, dimenticandosi quanto sarebbe importante un arrivo del genere nel Campionato di Serie A che dà lavoro non solo ad un gruppo di milionari ma ad un indotto importantissimo (redazioni, tecnici tv, venditori di bandiere, magliette e generi alimentari negli stadi, eccetera eccetera) come si conviene alla quinta grande azienda dell’intero Paese; l’amministratore delegato Paolillo sfoggia paroloni collegati al financial fair play per scongiurare l’arrivo dell’ex giocatore preferito dal suo presidente; i tifosoni, per metà tifosi e per metà onestoni, lo stanno già definendo grasso e finito, esattamente come facevano un anno fa per Antonio Cassano…Insomma, di tutto e di più. Non è ancora arrivato, ma fa già un gran casino questo Carlitos Tevez…Beh, vorrà dire che sarà bravino, altrimenti non scatenerebbe tutti questi livori e tutta ‘sta demagogia. A proposito, non so se è grasso e non so quanto sia allenato, ma credo, intuisco, immagino, che quelli come lui, con una storia di vita dura e vera alle spalle, attribuiscano ancora un valore d’altri tempi alla parola data. E mentre infuria la temperie dei parolai, Carlitos, probabilmente, non vede l’ora di dimostrare la sua fede alla sua parola.

Tutto quello che è capitato al Milan da Settembre ad oggi, avrebbe stroncato un toro. L’occhio di Gattuso, il cuore di Cassano, le operazioni per Flamini e Yepes, la spalla di Abbiati, gli infortuni di Nesta, Ibrahimovic e Boateng (per lui anche un paio di espulsioni), la pubalgia di Robinho, i problemi muscolari di Pato. Qualsiasi altra squadra sarebbe a metà classifica dopo una situazione del genere. E invece il Milan è lì, a ridosso di una grande Juventus e di una bellissima Udinese. Al di là di come finirà la stagione, e certamente non finirà a zero titoli visto il trofeo alzato a Pechino in un Nido d’Uccello per tre quarti rossonero, è un Milan che sa affrontare le situazioni e convivere anche con quelle più difficili, le più estreme. Questi infortuni, e per la verità qualche nodo da sciogliere all’interno, sono i veri, con tutto il rispetto sia ben chiaro per Juventus, Udinese e Lazio, avversari della rosa più forte del Campionato.

Quanto avrebbero pagato i colossi tv del calcio italiano per posizionare una telecamera nascosta sopra il bancone ovale del Tavolo della Pace? Tanto, tantissimo, ma proprio una esagerazione. Ma dal momento che nessun grande network digitale o satellitare che fosse, ha affrontato l’operazione, ciascun appassionato di calcio, ciascun addetto ai lavori può farsi il suo film. Ciascuno può sognare o immaginare quello che crede. Nel mio piccolo, dal mio modestissimo punto di vista, sogno ad esempio qualche urlo. Se per caso ci fosse stata, a quel rispettabilissimo Tavolo, la stessa zanzarina che si sente da tanto tempo e da più parti…Avete presente? Ma certo la zanzarina dell’alleanza Juve-Milan che impediva a chiunque di vincere qualcosa…Quella alleanza, insomma, per cui gli scudetti li vinceva la Juventus, la Coppa Italia qualcun altro (controllare gli albi d’oro delle stagioni 2004-05 e 2005-06 prima delle sentenze della Corte federale, please…) e che il Milan si arrangiasse in Europa, tanto sono forti…Beh, per così dire, il sogno è questo: un urlo che da solo abbatte la zanzarina. Uno scatto d’orgoglio vero, uno di quelli in grado di urlare al mondo, o al Tavolo fate voi, che il Milan non aveva bisogno di taroccare niente e che, attenzione, se c’era qualcosa di strano nel nostro calcio era probabilmente dimostrato dal fatto che la squadra italiana largamente più forte in Europa (Vittoria Champions nel 2003, Quarti di finale nel 2004, Finale nel 2005, Semifinale nel 2006 e Vittoria Champions nel 2007), in Italia vinceva molto ma molto meno. O no?!

Complimenti veri, forti e chiari a Lazio e Udinese. Il Paese ringrazia. Le loro qualificazioni ai Sedicesimi di finale di Europa League ricollocano e ridisegnano l’Italia del calcio insieme alle qualificazioni di Napoli, Milan e Inter. E’ così che si fa. Per il ranking europeo e per il futuro del nostro calcio. Invece che continuare con le manfrine degli allenatori e dei direttori sportivi, il presidente del Palermo Zamparini dovrebbe prendere esempio da questi esempi virtuosi, viste le due ultime partecipazioni all’Europa League del suo Palermo che sono state largamente al di sotto delle potenzialità della squadra. Ma era con questo spirito europeo che lo stesso presidente Zamparini voleva partecipare alla Champions League del 2006-2007 al posto della Fiorentina o del Milan?


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