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Brutta sconfitta. La testa era già alla Champions. Qualcuno ha deluso più di altri

di Andrea Longoni

Un brutto Milan, non nella versione terribile di gennaio, ma evidentemente con la testa altrove. La sensazione è che la squadra sia scesa in campo pensando troppo alla partita di mercoledì contro il Tottenham. Si era già visto nella sconfitta dell'andata col Torino: pre Champions League il Milan fa troppa fatica a gestire il doppio impegno, anzi spesso non ci riesce. Per una grande squadra, intendiamoci, è un limite, anche perché oggi la classifica non permette di fare calcoli o di prendere pause: è bagarre e i punti ieri sarebbero serviti come il pane.

Peccato per il regalo di Tomori: troppo ingenuo in occasione del rigore. Bravo Maignan che ha evitato un passivo anche peggiore.

Ancora una volta sono risultati tra i più deludenti i giocatori che dovrebbero avere più motivazioni per mettersi in mostra: Rebic irriconoscibile, il subentrante Origi ancora una volta impalpabile. In estate andranno fatte scelte forti in questo senso: chi non merita la maglia, va tagliato. 

In fase offensiva è mancato molto Leao, che anche quando non è in giornata è comunque un giocatore fondamentale.

Non mi è dispiaciuto De Ketelaere, ma mi rendo conto che la valutazione su belga sia destinata a dividere: ieri non aiutato dalla squadra, ha confermato la crescita personale ed è finalmente giocatore.

Poi, sarà anche il caso di valutare un ritorno al vecchio 4-2-3-1, con ovviamente Thiaw in campo: la proposta di gioco deve migliorare. Ieri passava troppo spesso solo dal lancio lungo di Maignan o da quelli di Tonali nel finale.

Ora il Tottenham e la gara a questo punto più importante dell'anno, in cui per forza di cose l'atteggiamento sarà migliore.

Passare il turno in Champions League sarebbe davvero significativo, per la consapevolezza e la crescita di questo gruppo, per provare a togliersi altre soddisfazioni sul campo, oltre che per un fattore economico. Il rientro di Leao e speriamo anche quello di Brahim Diaz possono far ben sperare. 


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