Bologna-Milan: la politica del pallone conta. Retroscena Conte: la sua lunga attesa del Milan. Mercato di gennaio? C'è un sentore
Sono stati giorni fatti di tante tensioni nonostante il Milan non abbia giocato contro il Bologna, anche se si è giocata una partita più intensa fuori ovvero venerdì, negli uffici della Lega Serie A dove, alla fine, è prevalsa la linea politica del Bologna. Sì, è cosi, al netto di tutto è quello che è successo durante il consiglio d’amministrazione straordinario della Lega, svolto venerdì e di cui Paolo Scaroni fa parte. Una votazione, sul giocare o rinviare Bologna-Milan, in cui i buoni uffici di Fenucci e Saputo hanno prevalso – secondo alcuni rumors – anche in maniera abbastanza facile sulle rimostranze rossonere. Chi bazzica la Lega di Serie A con costanza e conosce gli equilibri politici narra di come il Milan non abbia tutto questa posizione dominante dentro il palazzo del potere e dentro una situazione come quella di venerdì, per tutelare gli interessi del proprio club, un dirigente che conosce le dinamiche anche di mercato sarebbe andato da Rebecca Corsi, esempio, consigliere di Lega e dirigente dell'Empoli a ricordare amichevolmente la trattativa estiva per Vazquez e le condizioni favorevoli concesse dal Milan al club toscano. O da Setti facendo valere i buoni uffici sulla trattativa Terracciano o da Percassi, mettendo sul piatto le varie situazioni di bilancio legate a De Ketelaere. Forse eh, forse, si sarebbe andati verso un voto diverso mentre Lotito (alleato del Bologna) pare abbia fatto il suo senza trovare opposizione. Insomma, come già scritto, il Milan è uscito dalla vicenda relativa alla partita con il Bologna con due danni enormi: il primo è quello del rinvio a febbraio – in base ai cammini delle due squadre in Champions e Coppa Italia – mentre il secondo, che è quello che poi più pregnante, è relativo al fatto che Theo Hernandez e Reijnders si dovranno vedere dalla tribuna la partita di domani contro il Napoli. Ah, per chiudere il discorso, la Lega Serie A fin da giovedì sera si è adoperata per far giocare a tutti i costi Bologna-Milan.
Milan-Napoli è la partita del grande desiderio estivo dei tifosi milanisti per la panchina, ovvero Antonio Conte. L’allenatore degli azzurri non è mai stato preso in considerazione dalla dirigenza milanista poiché considerato un accentratore e uno difficile da gestire, capace di andare in conferenza stampa a esternare pubblicamente i suoi malumori oltre ad avere delle pretese sul mercato. Insomma, tutto il contrario del target di mero allenatore che veniva cercato in estate, Eppure Antonio Conte ha fatto di tutto per farsi chiamare dal Milan, sia con messaggi pubblici affidati a chi lo conosceva bene sia con sondaggi da parte di chi lo rappresenta. Conte ha sperato fino all’ultimo di poter essere l’allenatore del Milan perché vedeva nell’avventura milanista quello stimolo giusto per potersi rilanciare. Apprezzava (e apprezza tutt’ora) gran parte della rosa del Milan e avrebbe gradito allenarla. Domani la affronta da primo in classifica da avversario e chissà se qualche pensiero gli verrà ancora quando vedrà Fonseca sull’altra panchina.
L’ultimo bilancio del Milan, che sarà approvato oggi, ha fatto segnare il secondo attivo consecutivo da 4.1 milioni. Un risultato che farà sorridere chi gestisce finanziariamente il club, ma che ormai al tifoso interessa poco. Il famoso scudetto del bilancio non porta trofei e senza risultati sul campo non ci sono risultati commerciali e non viceversa. Nel pomeriggio vi sveleremo alcuni punti focali dei conti milanisti, ma quello che non c’è nei numeri di un bilancio è l’ambizione reale di voler vincere e non quella di arrivare tra le prime quattro e poi quello che arriva di più è tanto di guadagnato. Un esempio lampante di questa attitude lo si avrà nel mercato di gennaio, laddove sarà necessario intervenire per prendere almeno un centrocampista visto che non si sa come tornerà Bennacer dall’ennesimo infortunio serio degli ultimi anni. Se il Milan si renderà conto di essere in lotta costante per il quarto posto, allora potrebbe intervenire altrimenti, se dovesse avere una posizione un po’ più definita, potrebbe entrare nelle orecchie un refrain di Gallianesca memoria, ovvero: “Siamo a posto così”.