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Agata Christie e il suo nuovo romanzo giallo: "Infortunio a Milanello". Auguri, Hercule! A Napoli ho avuto una "apparizione”!

di Carlo Pellegatti

Ad un certo punto, ieri, appena partito da Napoli, un annuncio del capotreno: “Il treno viaggia con quarantacinque minuti di ritardo”. Poi una leggera pausa che mi ha permesso di pensare: "Sarà un guasto sulla linea elettrica...”. Continua però il capotreno: "La colpa è di Pioli".

Non sono nemmeno troppo sobbalzato sul mio sedile. In fondo me lo aspettavo. Come non sono nemmeno rimasto troppo sorpreso quando una ragazza di fianco a me ha cominciato a tossire. Una sua amica subito le ha chiesto se fosse questo repentino cambio di stagione ad averle causato l’infiammazione alla gola. La sua risposta è stata perentoria: "No, è colpa di Pioli".

Qualcuno ha addirittura ipotizzato che il cambio Pulisic-Romero fosse figlio di una decisione tecnica, invece che legato a un problema fisico dell’americano. Incredibile!

Buttiamola sull’ironia, dai, che è meglio. Passo per un difensore dell’allenatore rossonero. Errore, grave errore! Non hanno capito nulla. Io sono stato, sono e sarò solo un difensore, strenuo e combattivo, solo del Milan.

Continuando invece a criticare con pervicacia il tecnico milanista, due sono i risultati. Il primo è quello di non vivere fino in fondo, appassionatamente, le emozioni della partita. Ancora più vive e profonde quando gioca il Milan. A dire il vero, però, è solo un problema loro, dei tanti complainers che non sono così cattivi come gli haters, gli odiatori, ma continuano con i loro alti lamenti, prefiche del millennio. Non li invidio perché, ripeto, non si divertono. 

Il secondo aspetto riguarda proprio gli effetti che questo atteggiamento di  persistente sfiducia e  insistente malcontento potrebbe produrre nell’ambiente rossonero, inteso come management, lo stesso staff tecnico e giocatori. Con un danno a quello che più deve stare a cuore a ogni tifoso, e dunque a me,  il bene del Milan. Qualche segnale di agitazione è emerso nelle parole di Davide Calabria a Parigi o nelle reazioni di Giroud e Leao dopo le sostituzioni. Elementi che hanno portato qualche osservatore a parlare di possibile malessere diffuso all’interno del gruppo. Se proprietà e dirigenti reputano ancora importante che il futuro rossonero venga gestito da Stefano Pioli un discorso chiaro ai giocatori, come fece il 23 ottobre 1988 Silvio Berlusconi dopo l’eliminazione dall’Espanyol in Coppa Uefa, sarebbe certo utile al proseguo della stagione. Così si chiuderebbero le porte a ogni illazione, anche se, nelle ultime ore, è finalmente trapelato che non sia previsto alcun movimento riguardante la panchina. In questo momento servirebbe soprattutto la compattezza e la comprensione, a partire proprio dal popolo rossonero. Il Milan è distaccato solo di tre punti dall’Inter dopo  un calendario micidiale che, a una squadra appena assemblata, avrebbe potuto produrre danni pesanti in classifica. Con il minacciante pericolo sulla testa di veder condizionato, già al tempo delle castagne, il cammino dell’intero torneo. Invece Stefano Pioli, giustamente lodato fino a qualche partita fa sotto questo aspetto, è stato bravo a lanciare subito i suoi Ragazzi in testa al campionato, superando splendidamente la fase di assestamento, grazie alla filosofia di un gioco sempre propositivo e coraggioso. Nonostante la burrasca del derby, dimenticata presto grazie a una fiera reazione. Inaspettata solo da quelli che non conoscono la forza di questo gruppo. Invece di rimanere uniti, orgogliosi e anche arrabbiati davanti ai soliti titoli irriguardosi, che esaltano già il duello per lo Scudetto tra Inter e Juventus, con il Milan a solo tre punti dai primi e a due dai bianconeri, no...!, molti stanno lì a beccarsi e soprattutto a beccare come tanti polli di Renzo, portati al mercato e destinati a una brutta fine. Che tristezza!! Anche perché tocca ora anche alle altre affrontare un calendario impegnativo, magari senza quel distacco nei confronti dei rossoneri auspicato da molti. Tre punti. Sono solo tre punti, ribadisco, la distanza dalla vetta per un Milan atteso da cinque partite su otto da disputare in casa contro avversari sulla carta più abbordabili rispetto alle prime dieci giornate di campionato.

Devo però accennare anche al dark side della luna. Il lato più oscuro e, per me, più imbarazzante perché non ne conosco le ragioni, riguardo la continua emergenza legata agli infortuni. Gli ultimi due hanno scioccato l’ambiente milanista perché si parla di frattura per il giovane Pellegrino e una lesione al tendine subita da Kalulu, con il rischio di una assenza per molti mesi. Infortuni che diabolicamente toccano spesso lo stesso ruolo e, quasi sempre in questa fase della stagione. Non sono aggiornato circa i dati relativi alle altre squadre. Certo che i numeri che ho letto sono agghiaccianti. Diciannove sono i giocatori infortunati, dei quali dodici hanno accusato problemi muscolari. Un mistero che avrebbe potuto ispirare un romanzo di Agatha Christie. ”Infortunio a Milanello”. Credo che però anche per Hercule Poirot, bravo a trovare l’assassino sull’Orient Express, sul Nilo e anche a Venezia, faticherebbe a risolvere l’intricato caso. Eppure un colpevole deve esserci!!! Dispiace perché, con la rosa quasi al completo, proprio Stefano Pioli potrebbe ben gestire, coppa e campionato, grazie a una rosa ben assortita. Non benissimo assortita, perché manca l ‘alternativa a un grande campione come Olivier Giroud. Troppa la differenza nelle prestazioni, nella presenza e nella pericolosità tra il francese e Luka Jovic, ancora alla ricerca della miglior condizione.

Chiudo con il solito lampo di positività e di ottimismo, certo non cieco. Nel bel primo tempo di Napoli-Milan ho visto, come una apparizione, la squadra che può battere il PSG. In una notte che sogno come quella del 2 ottobre 1985, quando i rossoneri ribaltarono l’1-4 dell’andata contro l’Auxerre, sconfitto  poi a San Siro con un netto 3-0. Una partita da leoni che ruggiscono, che azzannano la preda. Trascinati dalla lunga criniera di Mark Hateley, l’ìndimenticabile Collo d’Acciaio. Una notte indimenticabile che vorrei rivivere il 7 novembre!


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