Contro le critiche prevenute, Luca ultimo baluardo di valori che non ci sono più
Lunedì si riparte, per una nuova stagione. La numero cinque di Luca Antonini come membro effettivo della rosa della prima squadra. Una posizione che il terzino, cresciuto nel vivaio rossonero, si è guadagnato anno dopo anno, aspettando il suo turno e impegnandosi sempre al massimo. In campo come in allenamento. Nell’estate in cui i grandi senatori degli ultimi 12 anni rossoneri non varcheranno più il cancello di Milanello, salvo Ambrosini e Abbiati, tocca a chi ha il rossonero nel sangue e sulla pelle portare avanti quei valori che i vari Gattuso, Inzaghi, Nesta e Seedorf hanno lasciato nello spogliatoio. Valori veri, che nel calcio moderno stanno andando via via scomparendo ma che, per il tifoso, sono ancora l’essenza di questo sport. Uno sport che sta diventando business e che sta facendo ammainare le bandiere in nome di contratti faraonici e di icone pop-rock da vendere al pubblico. Al Milan non è mai stato così e quella che è la tradizione di attaccamento alla maglia, di andare a salutare i tifosi a fine partita e di dare tutto quello che si ha, provando anche a superare i propri limiti, dovrà essere portata avanti da chi ha il Milan nel cuore. Luca così come Bonera, insieme ad Ambro, si dovranno fare portatori di quello che i grandi campioni hanno insegnato negli anni passati, sgobbando più degli altri. Magari meritandosi qualcosina in più a livello contrattuale rispetto a chi fa le bizze per restare o tira la corda fino all’ultimo...