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Spezia, Stella Rossa e Inter: tre indizi non fanno una prova. Il vero segnale di allarme è arrivato giovedì. Ora una sola parola d’ordine…

di Fabrizio Tomasello

La sconfitta nel derby è una mazzata pesante da incassare. Dura per come è arrivata, perchè adesso l’Inter è scappata avanti di 4 punti e perchè le altre dietro inseguono minacciose. Dura per quell’approccio troppo soft da amichevole intercondominiale, ma soprattutto per la fragilità nella fase difensiva che si è trasformata in un tiro al piccione da parte di Lautaro e Lukaku contro i malcapitati Kjaer e Romagnoli. Col senno di poi, uno degli errori più evidenti di Pioli potrebbe essere stato proprio quello di confidare eccessivamente nelle capacità dei suoi centrali ed affidarsi agli uno-contro-uno dell’argentino contro Simon e del belga contro Alessio, immolando di fatto i difensori rossoneri allo strapotere offensivo nerazzurro. 

Oggi Romagnoli è al primo posto nella hit parade dell’insofferenza milanista. Sui social è lui il più bersagliato dalla tifoseria, purtroppo a ragione considerato quanto si è visto in campo. Al cospetto del gigante interista, il difensore laziale sembrava un ragazzino spaesato e aldilà della sciagurata prestazione nel derby, appare evidente come il capitano del Milan sia quello più bisognoso di tirare un po’ il fiato, se non altro per riordinare le idee ed uscire dal frullatore mediatico nel quale è entrato.

Non che il suo compagno di reparto Kjaer sia stato da meno, anzi. In due gol su tre a mancare è la sua attenzione, quella che per tutto il 2020 ne aveva fatto uno dei difensori più affidabili dell’intero campionato italiano.

A parziale discolpa dei due centrali rossoneri ci sarebbe da soffermarsi un attimo sull’intera fase difensiva del Milan. Troppo facile per l’Inter arrivare fin davanti alla porta di Donnarumma senza alcun tipo di opposizione. Kessiè sta vivendo un momento di comprensibile appannamento dopo aver tirato la carretta praticamente da solo in tutta la prima metà della stagione, Tonali non è Bennacer (o quantomeno non ancora) e la mancanza del centrocampista algerino si sta sentendo in maniera preoccupante, ma anche Saelemaekers non sta attraversando il suo miglior momento di forma.

Io però andrei oltre l’inquietudine per la singola sconfitta. La disfatta contro lo Spezia è da considerarsi preoccupante il giusto e può essere catalogata alla voce "battuta d’arresto inattesa”, che nel corso di un campionato vissuto ad altissima velocità ci può stare (è toccato anche all’Inter contro la Samp, alla Juve con la Fiorentina, etc. etc.). E anche la botta subito nel derby, contro un Inter in gran spolvero, poteva essere messa in conto.

Il vero campanello d’allarme temo sia suonato forte a Belgrado, quando una squadra troppo molle per avere ambizioni di successo si è fatta rimontare da una Stella Rossa in inferiorità numerica. Attenzione, non credo che il Milan avrà problemi di qualificazione, troppo grande il divario tecnico tra le due squadre, ma i segnali arrivati giovedì scorso dovrebbero essere studiati con attenzione dallo staff tecnico a Milanello, per evitare pericolose ricadute.

L’andata in trasferta contro la squadra di Stankovic doveva essere vinta, e bene, per chiudere il discorso subito e poter affrontare il ritorno (parentesi rosa tra le parole Inter e Roma) con serenità e adeguato turnover. Al Milan però non tutti l’hanno capito e l’ammissione è arrivata proprio da Pioli, non nell’immediato dopopartita, ma alla vigilia del Derby: «A fine gara ero deluso, ho rivisto il finale, non abbiamo rischiato niente ma non abbiamo avuto la voglia di andare a cercare il terzo gol, è un errore che non vogliamo ripetere. Lo stesso errore commesso a Firenze l'anno scorso». 

Esattamente quello che abbiamo pensato tutti guardando la partita: è sembrato di rivedere la squadra impacciata, superficiale e poco convinta del pre-lockdown. 

Ecco perchè adesso occorre scacciare i lugubri fantasmi evocati dai gufi e tornare ad essere il Milan. Parola d’ordine: spazzare via la Stella Rossa giovedì e poi affrontare la Roma con orgoglio e cattiveria domenica sera all’Olimpico. Per ricordare a tutti, ai tifosi rossoneri preoccupati ma anche a tutti quelli non vedono l’ora di recitare il de profundis alla banda Pioli, quanta meraviglia calcistica sia stata in grado di produrre il Milan da giugno in poi. 

Questa squadra non può essere solo una meteora. È ora di dimostrarlo al mondo.

di Fabrizio Tomasello 

(Giornalista, ideatore e conduttore di “Passione Rossonera” su Radio Radio, l’unico programma radiofonico esclusivamente dedicato al Milan.)


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