ESCLUSIVA MN - Strasser: "Voglio dare un futuro ai ragazzi della Sierra Leone. In questo Milan giocherei di sicuro"
Dici Rodney Strasser e pensi all'epifania del 2011, al gol al Sant'Elia contro il Cagliari che sblocca una partita complicata a cinque minuti dalla fine. Quel Milan, grazie anche a quel giovane centrocampista, proseguirà la sua strada che lo porterà al 18° scudetto. Oggi Strasser ha 34 anni, ha appeso le scarpe al chiodo dopo una carriera condizionata da alcuni infortuni che ne hanno frenato l'ascesa. Ma non è rimasto con le mani in mano ed è salito all'onore delle cronache negli scorsi giorni per aver aiutato un ospedale di Freetown, capitale della Sierra Leone, suo paese natale. Infatti grazie alla Fondazione che porta il suo nome, Strasser aiuta il suo popolo. Ne ha parlato con noi a MilanNews.it.
Rodney Strasser, di cosa ti occupi oggi?
"Ho una fondazione che si chiama Rodney Strasser Foundation, il nostro motto è "Stay healthy and save lives" che tradotto significa 'restare in salute e salvare vite umane'. Questa è la nostra mission".
Hai sposato una causa importante, quella di aiutare il tuo paese
"In Sierra Leone, molti bambini non hanno accesso all’assistenza sanitaria di base, il che porta a malattie e decessi prevenibili. La nostra fondazione mira a sostenere iniziative sanitarie e fornire risorse mediche a questi giovani vulnerabili".
Recentemente sei salito all'onore delle cronache per aver dato un importante contributo a un ospedale di Freetown
"Sono nato al PCMH ed è una struttura che mi sta particolarmente a cuore. A causa dell'assenza di elettricità muoiono ogni notte 2-3 bambini ed è una cosa inaccettabile. Per questo appena venuto a sapere della situazione ho comprato un generatore da 100 KVA oltre a 325 litri di gasolio".
Vi occupate anche di istruzione?
"L’istruzione è fondamentale per liberare il potenziale, ma molte scuole in Sierra Leone mancano di risorse e infrastrutture di base. Stiamo lavorando per sostenere iniziative educative e offrire opportunità ai giovani di avere successo".
Hai deciso anche di aiutare i bambini che vogliono diventare calciatori
"Le strutture calcistiche in Sierra Leone sono spesso inadeguate, rendendo difficile per i giovani giocatori allenarsi e sviluppare le proprie capacità. Stiamo lavorando per costruire e rinnovare gli impianti calcistici per fornire spazi sicuri e accessibili affinché i giovani possano giocare e crescere. Ma non solo: ci preoccupiamo anche della salute mentale tra i giovani atleti e della loro alimentazione. Stiamo lavorando per sostenere iniziative di sicurezza alimentare e fornire pasti a giovani e famiglie vulnerabili".
Sei cresciuto nel Kallon FC, vedremo uno Strasser FC?
"Può essere, sì. Qui solo il 2% ha la possibilità di emergere. Non ci sono campi, non ci sono le cose basilari, le scarpe, i vestiti. Nulla. C'è bisogno di fare qualcosa. Crediamo che il calcio possa essere un potente strumento per il cambiamento sociale in Sierra Leone, promuovendo l'unità, la disciplina e il lavoro di squadra".
Segui sempre il Milan?
"Sempre. Pochi giorni fa ero a Bangkok con leggende FIFA, ho incontrato Seedorf, Dida, Cafu, Roque Junior, Senderos, Shevchenko. Abbiamo parlato un po' del Milan".
Quest'anno si è chiuso al secondo posto
"La squadra che ho visto quest'anno è un po' così così. Per come la vedo io potevano fare di più del secondo posto. E poi non è accettabile perdere sei derby di fila, farsi alzare la coppa in faccia dall'Inter è troppo. Mi ha dato fastidio anche vedere certi derby persi in malo modo".
Che ricordi hai della tua esperienza in rossonero?
"Sicuramente ho giocato poco, ma se guardi la rosa che c'era all'epoca come facevi a giocare? Centrocampo pazzesco: Pirlo, Gattuso, Seedorf, Van Bommel, Boateng, Flamini, Ambrosini. Adesso è diverso, vedo che arrivi persino in nazionale con una facilità esagerata. Ti dirò, in questo Milan con questa rosa io giocherei senza problemi. Magari non il 100% delle partite ma sicuramente più di allora".
I tifosi ti ricordano ancora con affetto
"Quando mi vedono mi ricordano sempre come prima cosa il gol al Cagliari, che è stato importante per la conquista dello scudetto. E questo mi fa un enorme piacere perché sono stati in tanti a vestire la maglia gloriosa del Milan e il fatto che venga ricordato per qualcosa di importante è bellissimo".
Qual è il tuo bilancio della carriera?
"Come prima cosa dico grazie a Dio perché nel mio paese sono anche l'unico che ha vinto il derby, il primo giocatore che ha rappresentato le leggende FIFA del mio paese nonché l'unico giocatore della Sierra Leone che ha vinto uno dei principali 5 campionati d'Europa. Certo, resto col dubbio su come poteva svilupparsi la mia carriera se non mi fossi infortunato. Ma se mi giro e vedo quello che ho avuto dal calcio allora dico: ho vinto. E grazie al calcio sto aiutando tanta gente e sono ancora oggi riconosciuto come un giocatore del Milan".