Wolves su Kessie, con meno di 48 ore l'operazione è molto complicata
Franck Kessiè e il Milan potrebbero salutarsi dopo soltanto due stagioni. Il centrocampista rossonero, arrivato a Milano da Bergamo nell’estate del 2017, è un centrocampista classe 1996 che ha nella fisicità le doti più importanti: un giocatore “da spada” più che “da fioretto”, non eccellendo sul piano tecnico ma essendo pur sempre molto utile sul piano quanitativo nella durata dei 90 minuti e nell’arco della stagione. Dovesse mister Giampaolo propendere per un centrocampo basato sulla qualità tecnica, i due ruoli da mezzala sarebbero coperti da Calhanoglu, Paquetà e Bonaventura, qualora Suso venga confermato non tanto dal tecnico (che lo adora) ma dalla società, che sembra intenzionata a sacrificare un elemento della rosa nel corso di questa finestra di mercato. Ed ecco perché l’interesse del Wolverhampton (lo stesso di Cutrone) non può passare inosservato, anche se le cifre iniziali di cui si è parlato (circa 20 milioni di euro) sono ancora troppo basse per la valutazione che ne fa il Milan (circa 35 milioni).
PERCHE’ CREDERCI – Il Milan ha bisogno di un’entrata extra per arrivare ad Angel Correa, ormai è chiaro: saltata la cessione di André Silva al Monaco, il Milan ora più che mai ha necessità di cedere per completare il proprio reparto offensivo. La distanza tra domanda e offerta è importante, ma se c’è il reale interesse da parte del club inglese la trattativa si può sbloccare a breve: se il Milan ha interesse nel trovare un tesoretto quanto prima, la finestra di mercato inglese chiude giovedì 8 e non c’è molto tempo da perdere per nessuna delle parti in causa. Franck Kessiè di base non gradirebbe la destinazione perché vorrebbe giocare in un club di maggior prestigio.
PERCHE’ NON FARLO – Franck Kessiè è un giocatore di 23 anni che ha mostrato eccellente affidabilità sia nei 90 minuti che nell’arco della stagione, grazie ad un’integrità fisica e alla poca avversione ai cartellini, sebbene sia, come detto, un giocatore da spada, più che da fioretto. Nella Sampdoria di Giampaolo, quella che abbiamo ammirato tutti con i tre trequartisti in campo (Ramirez nel ruolo di trequartista, Praet mezzala e Lucas Torreira regista basso), vi era pur sempre Barreto. Giocatori di sostanza e quantità servono per sorreggere la manovra tanto in fase di possesso quanto di coprire e raddoppiare in fase di non possesso. Senza voler far paragoni tra gli interpreti, ma confrontandone le caratteristiche tecniche, anche nel centrocampo del Milan dei tre trequartisti di Ancelotti, c’erano Rui Costa, nel ruolo di trequartista, Seedorf, nel ruolo di mezzala, e Andrea Pirlo, che, come Lucas Torreira nel caso di Giampaolo, nel ruolo di regista davanti la difesa vi aveva già giocato in precedenza, pur nascendo trequartista. Ecco che il filo rosso che lega tutte queste formazioni è il centrocampista di quantità.