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MN - Milan-Taremi, parti lontanissime: atteggiamenti indecenti dalla parte degli intermediari lato giocatore sulle commissioni

di Pietro Mazzara

La cronaca prima di tutto: il Milan e Mehdi Taremi sono molto, ma molto lontani e solo un colpo di scena clamoroso potrebbe ribaltare totalmente la situazione, manco fosse il giudizio di Alessandro Borghese in “Quattro ristoranti”. Nel corso della serata è andato in scena un ulteriore summit tra la dirigenza milanista al completo (Furlani, Moncada e D’Ottavio) e gli interlocutori legati al giocatore, in particolar modo il famigerato Pedro Pinho, deus ex machina del mercato dei lusitani, coinvolto nell’inchiesta “Cartellino Rosso” del 2021 dove la sua attività di mediatore venne analizzata dalla giustizia ordinaria portoghese.

In sostanza non c’è stata apertura da parte dei rappresentanti di Taremi al venire incontro al Milan, con una richiesta di commissioni folle, che è rimasta tale anche in serata. Un’entrata in scena, quella di Pinho, che ha praticamente cambiato i connotati alla trattativa, con il Porto che ha sostanzialmente imposto la sua presenza, vista dal lato milanista come un qualcosa di inutile e superfluo ai fini della buona riuscita della trattativa.

Anche perché i due club, nonostante le bizze del Porto nella pec di risposta alla proposta ufficiale, avevano trovato un accordo sui 15 milioni più 3 di bonus e si erano anche sistemati sulle modalità di pagamento. L’ultimo tentativo della serata non ha portato a nulla, con il Milan giustamente fermo sulla sua posizione nel non voler pagare delle commissioni monstre a Pinho, oltre a quelle che avrebbe dovuto riconoscere ad Alireza Nikoomanesh, agente titolare della procura di Taremi.

Insomma, questo matrimonio non s'ha da fare.


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