Un jolly da sei milioni: pro e contro dell'acquisto di Borini, nuovo attaccante del Milan

Un jolly da sei milioni: pro e contro dell'acquisto di Borini, nuovo attaccante del MilanMilanNews.it
© foto di Giuseppe Celeste/Image Sport
mercoledì 28 giugno 2017, 12:35Primo Piano
di Pietro Mazzara

Il quinto acquisto del Milan targato Marco Fassone e Massimiliano Mirabelli sarà Fabio Borini. L’attaccante esterno, atteso oggi a Milano e domani farà le visite mediche con il club rossonero. Il suo acquisto, la cui formula è in fase di definizione tra Milan e Sunderland (operazione economica da 6 milioni di euro), va a rimpolpare numericamente il reparto degli esterni offensivi che, con le uscite di Deulofeu, Honda e Ocampos, ad oggi annoverava solo Suso e Bonaventura. In attesa di Calhanoglu, dunque, il Milan batte un altro colpo nel reparto offensivo.

PRO -  L’ex Chelsea, Roma e Parma consentirà a Montella di avere un jolly totale nel reparto offensivo, anche se, ad oggi, difficilmente potrebbe fare parte del tridente titolare. Tuttavia piace proprio per questa sua duttilità, che sia fascia destra o sinistra per lui fa poca differenza. Torna in Italia dopo aver maturato una buona esperienza in Premier League dove è sbarcato proprio per merito di Massimiliano Mirabelli, che lo prese al Sunderland quando ne era ds. Ora sbarca a Milanello e va ad occupare la quinta delle sei maglie dell’attacco. Con il suo arrivo, Jack Bonaventura verrà inserito nel parco delle mezz’ali, a conferma di come Montella voglia qualità e palleggio in mezzo al campo.

CONTRO -  Il rovescio della medaglia di Borini è rappresentato dalla voce gol segnati. Sono solo 15 nelle ultime 5 stagioni. Un bottino un po’ magro per un giocatore che si muove nella trequarti offensiva della propria squadra. Ma questa voce non sembra preoccupare né Montella né Mirabelli, con l’allenatore che ha avallato il suo acquisto, definito alcuni giorni fa a Casa Milan durante l’incontro con l’agente del ragazzo. Non sarà un nome che scalda i cuori, ma la scorsa stagione deve insegnare che le emergenze numeriche, ancor prima che qualitative, vanno prevenute, perché curarle in corso d’opera può non esser così facile.