Menez: "Al Milan gioca chi lavora duro, Inzaghi mi ha conquistato subito. Da punta centrale o dietro l'attaccante mi esprimo meglio"

Menez: "Al Milan gioca chi lavora duro, Inzaghi mi ha conquistato subito. Da punta centrale o dietro l'attaccante mi esprimo meglio"MilanNews.it
© foto di Alberto Lingria/Photoviews
martedì 23 settembre 2014, 14:00Primo Piano
di Enrico Ferrazzi

Jeremy Menez è senza dubbio uno dei protagonisti dell'inizio di stagione dei rossoneri: il francese sembra essere diventato ormai imprescindibile per la squadra e Inzaghi punta molto su di lui, tanto da essere ormai diventato un titolare fisso. 

MERITOCRAZIA - Al Milan ci sono tanti attaccanti, ma la concorrenza non preoccupa Menez, come ha spiegato in un'intervista a France Football, nella quale ha parlato anche del suo impiego limitato nell'ultima stagione al Psg: “La concorrenza non mi fa paura, ma deve essere sana - riporta gazzetta.it -. Invece oggi è meglio essere stranieri per giocare nel Psg. E soprattutto curare la comunicazione. Lucas è lì da due anni, ha segnato meno di me, ma è costato più caro ed è brasiliano. Io invece sono francese e parigino, non ho né un account Twitter né Instagram per postare belle foto o messaggi. Non faccio il bello sui social network. Questo però non significava che non amassi il Psg, semplicemente non fingo. Mentre ormai molti giocatori agiscono diversamente. Anche al Milan c'è molta  concorrenza con Torres, El Shaarawy, Pazzini, Honda, Niang, ma qui il posto si guadagna lavorando duro”.

POSIZIONE CENTRALE - Menez ha poi parlato anche dell'aspetto tattico, spiegando la posizione in cui preferisce giocare: “Ancelotti capì tutto e mi diede molta libertà. Con lui giocavo sui lati solo quando non c’erano alternative. Il mio vero ruolo è da punta centrale o dietro l’attaccante. E’ in quella posizione che mi sento e mi esprimo meglio. E anche se non sembra, a me piace correre. Inzaghi? E’ stato un grande attaccante e mi ha fatto capire che mi voleva davvero, come tutti al club. Ibrahimovic e Thiago Silva mi avevano parlato sempre bene del Milan e adesso li capisco”.