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Brocchi: "Berlusconi vuole vedere un Milan diverso, nessuno ama questo club come lui. Balotelli? Non deve pensare al futuro"

LIVE MN - Brocchi: "Berlusconi vuole vedere un Milan diverso, nessuno ama questo club come lui. Balotelli? Non deve pensare al futuro"
sabato 30 aprile 2016, 13:53Primo Piano
di Thomas Rolfi

- termina qui la conferenza stampa di Cristian Brocchi.

"Ci tenevo a chiudere io facendo i complimenti a Luca Antonelli e, naturalmente, anche alla mamma che ha qualche merito in più (sorride, ndr)".

Su quali sono gli aspetti positivi e di difficoltà in questi primi giorni: "E' solo una cosa bella, sto imparando a gestire l'esterno, perchè a prescindere tenta di stroncarti. Ho passato momenti e situazioni molto più difficili di quelli attuali. Queste cose mi stanno fortificando. Sono sicuro che il mio metodo sia buono, non voglio dire che mi porterà sicuramente a vincere la Champions League e io continuerò a lavorare qui o da altre parti seguendo questo credo".

Su Honda: "Quando giocava largo a destra con i piedi sulla linea, tutti dicevano che era adattato perchè Honda nel Giappone gioca trequartista. Se adesso dici Honda dietro le punte la gente dice 'Brocchi cosa capisce di calcio?'. Io penso che lui possa fare entrambi i ruoli perchè ha un'intelligenza calcistica importante".

Sulle voci esterne: "Se fossi un giocatore del Milan, con tutto il rispetto per la società che mi ha scelto, io penserei al campo. Gli aspetti societari sono di competenza di altri".

Se questi giocatori possono supportare questo gioco: "L'Empoli o il Sassuolo hanno top player? Giocano un calcio divertente ed è un calcio divertente e coinvolgente. Perchè noi non possiamo pensare di giocare un calcio di qualità? Bisogna credere che questa sia una squadra giusta. Se ci credi e i giocatori che hai ci credono puoi ottenere risultati".

Su Zapata indicato rispetto ad Alex: "A Verona c'era Zapata. E' un problema di mentalità non di interpreti. Chiunque giochi in quel reparto deve sapere come comportarsi in determinate situazioni. Anche Alex preferisce attaccare in avanti che correre 30-40 metri indietro".

Sul modo di intendere il calcio di Simeone: "Tanto di cappello per il lavoro che sta facendo in questi anni Simeone. Per fare un certo tipo di calcio devi essere nell'ambiente giusto e devi credere ciecamente in quello che fa. E' riuscito a convincere i suoi giocatori a fare quello e sta ottenendo dei risultati importanti. Se pensiamo a Guardiola invece ha utilizzato un'idea di calcio completamente diversa. E' normale che ora sia messa in risalto l'idea di Simeone, in passato è stata messa in risalto quella di Guardiola. Gli allenatori che si sono fatti sconfiggere dalle critiche sono rimasti un po' ibridi. Quelli che hanno avuto perserveranza nel proprio credo sono quelli che poi hanno avuto più successo".

Sul lavoro da allenatore: "Ho studiato tantissime realtà in questi 5 anni, sia giovanili che non. La realtà dei fatti è che se tutti gli allenatori chiedessero le stesse cose basterebbe studiare un libro a memoria e portarlo ai singoli giocatori. In realtà ogni squadra deve rappresentare il proprio allenatore. Ci sono diverse strade, anche con la stessa idea di calcio, per poter raggiungere lo stesso obiettivo".

Sull'accoglienza dei tifosi negativa domani: "La differenza per poter giocare nel Milan o altre squadra è saper sopportare San Siro, anche nei bei momenti. Non possiamo pensare che i tifosi in questo momento siano felici e propositivi. Siamo noi attraverso l'atteggiamento che loro vedano una squadra che ha carattere e sono sicuro che se dovessero vedere questo potrebbero iniziare a dare una mano".

Su Berlusconi e se l'ha sentito: "E' un momento difficile per tutti, è normale che ci siano a volte delle delusioni che ti portano a fare delle considerazioni, ma ribadisco che i giocatori non li tocco. Il responsabile dei giocatori sono io e se i giocatori non fanno quello che gli chiedo devo prendermi la responsabilità. Il presidente ha la volontà di vedere un Milan diverso, che vince. E nonostante tutte le grandissime critiche che gli piovono addosso, penso che neanche il mio più grande amico milanista che va in curva da quando è nato e si taglierebbe un braccio per il Milan, ama il Milan quanto il presidente".

Su Bacca e le rabone: "Come faccio a porre un limite a un giocatore che mi dice che è un gesto naturale. E' normale che a Verona se avesse dato un pallone dentro avrebbe segnato a porta vuota un compagno, ma un attaccante in quella posizione spesso calcia. Viene criticato tanto, ma 15 gol non mi sembrano pochi. La speranza è che possa riprendere a fare gol importanti".

Se sarebbe un fallimento senza Europa League: "Sì, sarebbe un fallimento collettivo, quindi anche mio che in questo momento rappresento il mio. Siamo sempre qui a lavorare, io e il mio staff stacchiamo per le 8-9 ore in cui andiamo a casa".

Su Donnarumma: "Non mi sorprende, non voglio prendermi meriti su Gigio, perchè i meriti sono di chi l'ha scoperto, allenato e di chi ha avuto il coraggio di lanciarlo in questa stagione. Io mi presi degli errori perchè fui il primo a portarlo in prima squadra e fece un paio di errori al Viareggio. Dobbiamo dare ai ragazzi la possibilità di sbagliare. In questo momento è un portiere di primissimo livello e il mondo lo invidia. Con il lavoro di Alfredo (Magni, ndr) sta migliorando molto".

Se domani preferisce il gioco o il risultato: "Il risultato è troppo importante in questo momento. In Italia è al numero uno. La regola numero uno è ottenere tre punti. Con questo non vuol dire che chiederò alla mia squadra di stare tutti arroccati cercando di vincere con un episodio. Cosa che non è mai stata nell'indole della squadra neanche quando giocava con moduli diversi".

Su Balotelli: "Si è allenato molto bene e da quando sono arrivato mi ha sempre dimostrato voglia anche quando era squalificato. Mario deve pensare alla partita di domani e non al futuro. La speranza è che possa sbloccarsi".

Su Honda trequartista: "Non mi ha sorpreso che lui sia stato uno dei più positivi. Mi sorprendeva molto di più il fatto che qualcuno dicesse che non lo avrei considerato. Non c'è un giocatore che non considero, ho bisogno di conoscerli a 360 gradi. Lui è un professionista esemplare, ha un'intelligenza di un livello superiore ed è un ragazzo eccezionale. Come tanti altri avrà altre possibilità e la speranza è che possa essere decisivo per noi".

Se è pentito della scelta di allenare il Milan visto il poco tempo: "Se un capo prospetta un ruolo di massimo livello come fai a dire no? Tutti gli allenatori vengono criticati, solo Allegri ora non è criticato, ma è stato criticato anche lui in questa stagione. Ieri mi sono divertito tantissimo a vedere la Primavera del Milan, nonostante il risultato. Io ho le mie idee, ho iniziato a percorrere questa strada qua e lo farò sia che rimarrò in questa squadra come mi auguro anche la prossima stagione, sia che andrò da altre parti".

Sul poco tempo e le difficoltà: "Tutti i grandi allenatori hanno difficoltà iniziali, Sacchi, Guardiola, lo stesso Sarri che ci ha messo 2 mesi e mezzo perchè la squadra iniziasse a giocare così. Detto questo, per me non deve essere una giustificazione. Io sto cercando di dare qualcosa di mio alla squadra e studiando calcio da 5 anni ho un'idea di calcio fortificata. Io preferisco guardare il Barcellona e il Bayern Monaco o se vogliamo vedere qualcosa di più vicino a noi mi piace vedere il gioco del Napoli, del Sassuolo e dell'Empoli. Però se andiamo a valutare i risultati, Di Francesco è stato esonerato e poi è stato richiamato e ora sta ottenendo risultati. Nella mia idea di calcio non voglio vedere una squadra che giochi solo in ripartenza, ma che si divertano a vedere la partita. Non è presunzione, è la mia idea di calcio. Se ce la farò non lo so, ma è una mia idea".

Sulle difficoltà con il cambio modulo: "No, non mi sta venendo la tentazione di cambiare modulo. Nel sistema di gioco che voglio portare ci vogliono degli equilibri, indipentemente dal modulo. Se ci troviamo in un 2 contro 3 significa che qualcuno ha sbagliato qualcosa. Non è un errore di sistema di gioco, ma è un errore di conoscenza singola. Il mio compito è quello di trasmettere i concetti ai giocatori e sono convinto che abbiano la capacità di leggere determinate situazioni. Se ci sono riuscito nel mio percorso con le giovanili a farlo capire a dei giocatori meno evoluti perchè non dovrei riuscirci con loro?".

Se dipende dagli anni difficili: "Potrebbe essere. Il problema è quello di non sapere reagire. Tutte le squadre hanno momenti di sofferenza in alcuni momenti nell'arco di una partita, ma le squadre che ragionano da collettivo riescano ad uscire. Ognuno dei nostri giocatori vuole risolvere il problema da solo e non con i compagni. Questa è la chiave tattica che ha fatto sì che il Verona creasse così tante occasioni. Dobbiamo essere compatti".

Sul pensiero in vista di domani: "Il primo pensiero è di trovare una squadra che ha la voglia di rivalsa come mi ha mostrato in allenamento in settimana, dove mi ha dato segnali positivi. Farei fatica a trovare 4-5 giocatori che non mi sono piaciuti da questo punto di vista. La speranza è che domani riescano a mettere in campo l'atteggiamento positivo visto in settimana, senza avere gli stessi problemi avuti in altre partite. Il perchè di quello che è successo è chiaro: nei momenti di difficoltà è una squadra che si disunisce e cerca con il valore del singolo di risolvere un problema".

Amici di MilanNews.it, benvenuti nella sala stampa di Milanello, dove tra pochi minuti prenderà il via la conferenza di Cristian Brocchi alla vigilia di Milan-Frosinone. Restate con noi per non perdere neanche una dichiarazione del tecnico rossonero.