L'analisi tattica - Napoli-Milan 2-1: al San Paolo il naufragio del 3-5-1-1 e la consegna delle fasce agli avversari

L'analisi tattica - Napoli-Milan 2-1: al San Paolo il naufragio del 3-5-1-1 e la consegna delle fasce agli avversariMilanNews.it
© foto di Daniele Buffa/Image Sport
lunedì 20 novembre 2017, 21:00Primo Piano
di MN Tactical Analysis

Torna l’analisi tattica di MilanNews.it e ci concentriamo su quanto visto sabato a Napoli. Una partita, quella del San Paolo, che ha lasciato non pochi dubbi sull’assetto tattico scelto da Montella, che ha ritirato fuori il 3-5-1-1 dalla naftalina, ma esattamente come contro la Sampdoria a  Genova, questo sistema di gioco non ha prodotto il risultato sperato, con alcune esclusioni che hanno lasciato non pochi dubbi sulle scelte effettuate dall’allenatore del Milan.

INFERIORITA’ LATERALE -  Il 3-5-1-1 contrapposto al 4-3-3 del Napoli ha evidenziato come la squadra di Sarri abbia saputo eludere la densità che Montella ha cercato di mettere in mezzo al campo togliendo un trequartista e inserendo Locatelli in una posizione alquanto dubbia. Così facendo, però, il Milan ha consegnato al Napoli la superiorità numerica sulle fasce ed è li che sono venuti, spesso e volentieri, i grattacapi principali. Le due catene napoletane composte da Hysaj-Callejon e Mario Rui-Insigne, hanno messo alla frusta Bonaventura e Borini, chiamati ad un compito molto difficile come quello di esterni a tutta fascia, con i due centrali “laterali” chiamati al raddoppio negli ultimi 20-22 metri. In questo contesto, però, trovavano terreno fertile le mezz’ali di Sarri, che con i consueti tagli, spesso e volentieri hanno avuto la meglio sui loro alter ego milanisti.

MODULO FLOP -  Ma se nella fase difensiva, il 3-5-1-1 è stato messo in difficoltà, anche in quella propositiva, fin quando il Napoli non ha abbassato il ritmo, non ci sono stati grandi sussulti. Nel primo tempo il solo Suso ha provato ad armare il mancino, senza arrivare a far male a Reina e quando è entrato André Silva al suo posto, ancora una volta non si sono visti movimenti sincronizzati tra le due punte, con Kalinic che continua ad esser tutto tranne che un centravanti in grado di sbloccare le partite o di farsi sentire dentro l’area di rigore. Già, l’area di rigore, ovvero quella zona del campo dove il Milan non ha fatto tocchi per tutto il primo tempo, quasi fosse un campo minato nel quale non entrare. E finché la squadra giocherà così lontana dalla porta avversaria, segnare sarà sempre più complicato.