esclusiva mn

Garbo: “Presto arriveranno i capitali per fare grande il Milan, c'è bisogno di una profonda rivoluzione”

ESCLUSIVA MN - Garbo: “Presto arriveranno i capitali per fare grande il Milan, c'è bisogno di una profonda rivoluzione”MilanNews.it
sabato 1 ottobre 2016, 22:00Primo Piano
di Massimo Canta

La redazione di Milannews.it ha raggiunto al telefono, Daniele Garbo, ex giornalista televisivo a Mediaset, volto tra i più noti nel panorama sportivo, non solo calcistico.  Con lui abbiamo percorso  ricordi relativi ai trent’anni di presidenza Berlusconi, raccolto gli aneddoti di Sacchi, analizzato le prime giornate del Milan di Montella, parlato di obiettivi stagionali dei rossoneri e della cessione societaria.

Sono stati giorni di compleanni eccellenti: Totti, Shevchenko e soprattutto Silvio Berlusconi. Hai qualche aneddoto, Daniele,  che riguarda la rivoluzione apportata nel mondo calcistico dal Presidente?

“A testimonianza di come Berlusconi cambiò il calcio in Italia e non solo, mi piace ricordare quanto mi disse Stefano Carobbi, l’ex terzino della Fiorentina, poi approdato al Milan. Nel momento in cui incontrò i vertici della Società rossonera per discutere l’ingaggio, gli domandarono quale fosse la sua richiesta economica. Di fronte alla proposta del giocatore, di una somma (per lui considerata già esorbitante) pari a centocinquanta milioni di lire, si sentì rispondere che non se ne sarebbe fatto nulla, perché  a nessuno avrebbero corrisposto meno di duecentocinquanta milioni di lire! Questo per farvi capire come fossero cambiate le cose con l’arrivo di Berlusconi.  Ma un altro aneddoto me lo ha raccontato Paolo Maldini qualche giorno fa: a proposito di Van Basten, mi ha svelato come fosse stato Berlusconi a scovarlo nell’Ayax, scegliendolo personalmente e dicendo a Paolo di aver trovato il centravanti che facesse il caso del Milan”.

C’è un protagonista del Milan di Berlusconi, tra giocatori o allenatori a cui ti senti più legato?

"A parte i Baresi, Maldini Gullit e Van Basten, sono molto legato, senza dubbio,  ad Arrigo Sacchi per il fatto di essere stato più volte in sua compagnia, ascoltando da lui una serie notevole di episodi. Uno dei tantissimi aneddoti che mi ha raccontato Arrigo ha come protagonista Marco Van Basten, che ebbe a criticare l’atteggiamento  tattico proposto in una partita, tanto che in quella successiva,  a Cesena, si vide confinato in panchina dal tecnico di Fusignano. Naturalmente l’olandese pretese, incredulo, delle spiegazioni: Sacchi gli chiarì tale decisione, motivandola con la sagacia e bravura che avesse dimostrato Van Basten con le sue osservazioni,  tali da meritarsi un posto a fianco dell’allenatore (ride - ndr). Marco imparò la lezione: quella stessa che nel 1987, ad eliminazione avvenuta in Coppa Uefa con l’Espanyol, fu impartita da Berlusconi ai propri giocatori, quando ribadì che si sarebbe andati avanti con Sacchi, ma non solo:  chi non fosse stato d’accordo, sarebbe stato libero di andarsene. Quel giorno nacque il Milan di Arrigo”.

Come giudichi invece il Milan di queste prime giornate di campionato?

"Credo che il Milan abbia bisogno di una rivoluzione molto profonda: dire che si cominci a vedere il lavoro di Montella mi sembra azzardato. L’organico non è di primissimo livello, ma è importante sottolineare che la Società ha trovato all’interno del suo settore giovanile, giocatori davvero importanti e di grande futuro. Occorrerà però inserire quei quattro, cinque,  giocatori di esperienza che facciamo crescere la squadra e riportarla ad essere competitiva, almeno nel nostro campionato”.

Dove può arrivare quest’anno la squadra di Montella?

“Credo l’obiettivo sarà l’Europa League, che sarebbe già importante raggiungere, vista la rosa incompleta, anche se a gennaio prossimo, dalle informazioni che ho, dovrebbero essere investiti capitali importanti che aiuteranno a migliorarla, in attesa di operazioni ancora più consistenti da effettuare nella prossima sessione estiva”.

Che opinione ti sei fatto sull’operazione di cessione societaria a questa cordata cinese?

"Penso si sia giunti a questa decisione in maniera ineluttabile: il Milan di questi ultimi anni era fatto di pochi investimenti e di parametri zero. La cessione, se avverrà nei termini accennati, farà bene a questo Milan, così come abbiamo visto accadere all’Inter, in cui i capitali cinesi sono arrivati e hanno portato acquisti di valore. Fa troppa tristezza vedere il Milan, una società di tale blasone, ridotta come lo è stata in questi ultimi quattro anni”.