Da Bologna al Bologna: comparare l'incomparabile, a volte, si può. Storia di uno spirito e di una mentalità da ritrovare

Da Bologna al Bologna: comparare l'incomparabile, a volte, si può. Storia di uno spirito e di una mentalità da ritrovareMilanNews.it
© foto di Daniele Mascolo/PhotoViews
lunedì 4 dicembre 2017, 15:15Primo Piano
di Simone Nobilini

Comparare l'incomparabile, a volte, si può. Almeno in parte. Al di là di ogni questione tattica, di rosa, di livello qualitativo innalzato rispetto alla passata stagione, ritrovare il Bologna in un momento complicatissimo dovrà riportare il Milan con la mente alla sfida del "Dall'Ara" della passata stagione: simbolo di tutto ciò che la squadra rossonera era e dovrebbe essere ora, soprattutto dal punto di vista mentale e caratteriale, trovando nelle difficoltà la forza per rialzare, eccome, la testa.

POCHI, MA BUONI - Quattro sconfitte consecutive alle spalle, tra Napoli, Udinese, Sampdoria e il K.O. in Coppa Italia contro la Juventus, e la consapevolezza di dover riscattare un momento negativo, inseguendo un'Europa che mancava da oltre tre anni. Eppure, con l'espulsione di Paletta al 37' e il rosso sventolato a Kucka 20 minuti dopo, la trasferta di Bologna per l'allora Milan di Vincenzo Montella sembrava destinata a doversi concludere senza bottino pieno portato a casa, tra doppia inferiorità numerica ed un Donnarumma miracoloso in un paio di occasioni. Al di là della sfortuna, simboleggiata anche dall'infortunio patito alla mezz'ora da Romagnoli, il gruppo rossonero mostrò tuttavia coesione e convinzione sufficientemente notevoli e utili a ottenere tre punti quasi impensabili, firmati dall'inventiva mista a sacrificio di Deulofeu e al tocco vincente di Pasalic: l'immagine di Poli, entrato alla perfezione a livello mentale e di concentrazione nell'ultima mezz'ora di gara, figurò in più come emblema di tutto ciò che Rino Gattuso, dalla sua squadra, pretende e pretenderà d'ora in poi. Al contrario di ciò che si è visto ieri, nel buio mezzogiorno di Benevento.

CONSAPEVOLEZZA - Primo diktat chiaro: "Disciplina, sacrificio e intensità, dimostrando di saper soffrire". E proprio su questi tasti, citati da Gattuso nel giorno della sua presentazione da nuovo allenatore rossonero, il Milan dovrà iniziare a premere fortemente, puntando anche sul concetto di consapevolezza: con una squadra evidentemente più ricca di qualità rispetto alla passata stagione, non potrà essere ammesso un risultato peggiore rispetto alla scorsa annata, contando i tanti milioni spesi e la presenza di alternative che paradossalmente, nella passata stagione, non si è avvertita, almeno in maniera decisiva per l'obiettivo finale. Collegamenti tra un'annata tutto sommato positiva, conclusasi nel migliore dei modi, ed un campionato in cui le premesse sul rendimento figuravano decisamente diverse: dove dopo aver toccato il fondo, come ammesso da Bonucci, si potrà e dovrà solo risalire. Ricordando lo spirito-chiave di poco più di un anno fa: dove curiosamente proprio contro il Bologna, e anche in doppia inferiorità numerica, i tre punti arrivavano eccome.