TMW - Gianluigi Donnarumma, la sentenza di San Siro e un futuro già segnato

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mercoledì 13 dicembre 2017, 22:48News
di Enrico Ferrazzi
fonte di Marco Conterio per TMW

Il mondo preme sull'acceleratore e Gianluigi Donnarumma scuote la testa. E' passeggero ma protagonista, ha diciotto anni e tutto intorno viaggia più forte di lui. San Siro ha sentenziato, accusandolo, contestandolo. S'è guadagnato prima l'appellativo di nuovo Buffon, ora il dispregiativo di Dollarumma. Si è visto lanciare per aria e piombare poi nella voragine e nella vertigine dei fischi.

Gianluigi Donnarumma ha diciotto anni ed è finito nel milionario vortice dell'eccesso. Un contratto spropositato per l'età, una visibilità eccessiva per la carta d'identità. E' stato eletto simbolo dell'Italia che verrà, per rialzarsi dagli inciampi dei tempi moderni. E' finito sulle prime pagine, colpevole di avere delle doti innate. Chi lo gestisce, Mino Raiola, è uno dei migliori manager del globo e nelle mille opportune riflessioni da fare, ce n'è una in particolare: mai un suo assistito si è lamentato delle soluzioni sia tecniche che economiche trovate dal numero uno di Sportsman.

E' un mondo, quello del calcio moderno, dove trovare i colpevoli è facile e scovare gli innocenti impossibile. Le società difendono i propri interessi, i manager quelli dei suoi assistiti e conseguentemente i propri, i giocatori altrettanto. E' un mondo milionario fatto di piccoli orticelli, di mulini con correnti che si scontrano, dove il tifo è pancia, cuore e istinto e dove questo vortice travolge la passione del sostenitore.

La vicenda Donnarumma è stata gestita nel modo meno opportuno. Da un Milan che non s'è reso conto dei conti, da chi nel caso specifico ha ragionato d'orgoglio e di portafoglio, da chi non ha saputo superare lo scoglio della propria età per avere una reazione di petto e di chiarezza. Sicché si è arrivati a oggi, ai fischi, agli insulti, ai cori di San Siro. La storia volge al termine e non può essere altrimenti. Donnarumma avrà una carriera luminosa, Raiola saprà trovargli la migliore soluzione sia tecnica che economica e il Milan dovrà andare avanti senza di lui. Senza il miglior giovane portiere d'Italia e forse pure del globo. Col rischio che la spirale verticale, però, riguardi solo d'ora in avanti solo lui.