Arturi: “Il Milan è da massimo quinto posto, se il piazzamento sarà migliore Montella e giocatori avranno compiuto un capolavoro”

Arturi: “Il Milan è da massimo quinto posto, se il piazzamento sarà migliore Montella e giocatori avranno compiuto un capolavoro”MilanNews.it
© foto di Daniele Buffa/Image Sport
venerdì 28 ottobre 2016, 15:15News
di Enrico Ferrazzi

Franco Arturi, noto giornalista della Gazzetta dello Sport, ha commentato così il momento del Milan dopo la sconfitta contro il Genoa sulle pagine della Rosea in edicola questa mattina: “Vincenzo Montella conserva la visione del calcio che aveva da giocatore: stravedevo per la sua tecnica intelligente. Lo consideravo il migliore, come attaccante puro, in anni in cui la concorrenza per la nazionale era molto accesa, fra Roberto Baggio, Totti, Del Piero, Filippo Inzaghi, Vieri e altri ancora. Da allenatore, salvo gli alti e bassi che il calcio propone ineluttabilmente, vorrebbe lo stesso tipo di estetica applicata al risultato. Quindi escluderei che sia soddisfatto del gioco del suo Milan, che accompagna con una tensione interiore (lo desumo dai primi piani rivelatori durante le partite) mai apparsa prima. E’ possibile che ciò derivi dal fatto che allena la squadra per cui faceva il tifo da piccolo e che si trovi ad uno snodo fondamentale della carriera. Il suo Milan è pressoché identico a quello della stagione scorsa e ha le stesse potenzialità: parliamo di un posto dal quinto all’ottavo della classifica. Se il piazzamento sarà migliore, tecnico e giocatori avranno compiuto un capolavoro. Alla classifica attuale concorrono una serie di colpi di fortuna quanti di solito se ne distribuiscono in un’intera stagione. Inutile farne l’elenco. La squadra corre in equilibrio su qualcosa che si sforza di credere sia una passerella abbastanza ampia, ma che in realtà è un filo sottile, dalla tenuta dubbia. Siamo ancora lontani da un gioco che si sviluppi preferibilmente da dietro con una rete di passaggi precisi: i rossoneri non sanno come rispondere al pressing alto degli avversari, difetto antico, anche perché quasi mai i terzini, per esempio, tentano di batterlo palla al piede convergendo verso il centro.

Difetto speculare: il pressing offensivo appare e scompare in modo improvviso e senza logica. In compenso si vede un’attenzione tattica ed una dedizione corale forse superiori al recente passato. Anche Montella (come Mihajlovic) si è accorto che lo stato di tensione dei giocatori, schiacciati dal peso della maglia che portano, inibisce creatività e divertimento. Per questo, credo, il tecnico si è sforzato di mettere per un po’ da parte le sue migliori intenzioni, concentrandosi sulla realpolitik di pochi gol presi (Genoa a parte) e risultati da arraffare appena possibile, magari turandosi il naso. Non potrà funzionare a lungo. Come l’entusiasmo dei giovani, che è comunque ammirevole voler schierare: se n’è accorto perfino il New York Times che ha dedicato l’altro giorno un grande servizio sul «ritorno al futuro» del Milan. Uno dei problemi è la troppo lunga fase di transizione verso i pieni poteri della nuova proprietà cinese. Il congelamento della situazione in atto non può che portare confusione nei lavori in corso di Milanello, dove tutti stanno con il fiato sospeso. La parola «closing» (del contratto d’acquisto) è diventata più importante della formazione da schierare. E’ ovvio che questa squadra ha bisogno di innesti di qualità in tutte le zone del campo e soprattutto in mezzo, dove sono necessarie difese del pallone e uno contro uno che oggi lasciano molto a desiderare. In caso contrario, inutile mettere in croce questo gruppo: sta dando già molto”.