acmilan.com - La storia della settimana: Kakà contro il Celtic, c'ero io e c'era papà

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mercoledì 13 dicembre 2017, 00:24News
di Daniele Castagna
fonte acmilan.com

Mio padre aveva da tempo preso due biglietti per la partita di quella sera, Milan-Celtic, e io quel giorno avevo preso insufficiente in storia. Ricordo ancora il ritorno da scuola, la rabbia negli occhi di mia madre che inveiva contro mio padre: "No, tu stasera allo stadio non lo porti!''. "Va bene Maria, non lo porto''- disse mio padre.
Mia madre quella sera doveva uscire con delle sue amiche per un compleanno. Dovevano essere le 19, quando uscì di casa. Mio padre corse in camera mia e disse: "Muoviti! Tu Kakà almeno una volta nella vita lo devi vedere''. Mi preparai in fretta e furia. Mio padre indossava una maglia rossonera che portava un solo numero, il 6. Non sapevo di chi fosse quella maglia, ricordo solo che mio padre parlava di quel giocatore chiamandolo Franco, quasi fosse un amico, e non un calciatore. Pioveva a dirotto.

S.Siro era bagnato da lacrime di speranza. Ricordo mio padre fradicio che inveiva per ogni occasione mancata. Le mille sigarette spente a metà e le mani dei tifosi che si coprivano le guance umide. A fine primo tempo supplementare chiesi a mio padre: "Papà, ma se pareggiamo andiamo ai rigori?". "Non pareggiamo figliolo’’- disse. Al secondo tempo supplementare a centrocampo arrivò una palla a Kakà, che iniziò a correre e mio padre, stringendomi a lui, urlò: “Vai, vai Ricky, vai Ricky" e Kakà incominciò a correre sempre più forte. La pioggia cadeva e poi… il respiro, l’urlo, il boato; mio padre che mi prese in braccio e mi lanciò in aria. "Te l’avevo detto!", urlava, mentre mi teneva stretto a lui.Che bello! Era semplicemente bello essere li a San Siro, con le persone che amavi. Immerso in quel momento, senza sapere esattamente cosa stesse succedendo, ma volendo farne parte. L’abbraccio di tuo padre, i commenti, le imprecazioni, poi le urla di gioia. Era bello essere piccoli, era bello essere grandi. Era bello parlare di possibilità e futuro, sapendo che entrambe, come quel gol che attendevi, sarebbero arrivate.

di Edoardo Maspero