Van Basten a Sky: "Seedorf e Inzaghi allenatori? Non è detto che se sei un buon giocatore diventi subito un buon tecnico"

Van Basten a Sky: "Seedorf e Inzaghi allenatori? Non è detto che se sei un buon giocatore diventi subito un buon tecnico"MilanNews.it
© foto di Daniele Buffa/Image Sport
martedì 21 ottobre 2014, 14:30Le Interviste
di Antonio Vitiello

Segue un estratto della lunga intervista a Marco Van Basten realizzata da Alessandro Alciato. In occasione del suo 50°compleanno, il campione olandese si racconta in esclusiva ai microfoni di Sky Sport all’interno dello speciale “Buon Compleanno Van Basten”, che andrà in onda venerdì 31 ottobre alle 23 su Sky Sport 1 HD.

Cosa hai pensato quando ti hanno raccontato che Seedorf avrebbe allenato il Milan e quando ti hanno detto che Inzaghi avrebbe allenato il Milan?

"Quando Seedorf ha cominciato il suo lavoro come allenatore subito al Milan (ho pensato che, ndr) è molto difficile perché il Milan è una grande società e per me devi avere un po’ di esperienza, non è detto che se sei un buon giocatore diventi subito anche un buon allenatore. E’ un’altra disciplina".

Per Inzaghi vale lo stesso discorso?

"Sì".

Qualche anno fa mi dicesti: “Un giorno allenerò il Milan”. E alla fine invece pare di capire che non succederà…

“No, non credo, ma comunque nella vita non si sa mai…”

Van Basten come Sacchi, fermato dallo stress

"Un po’ di anni fa pensavo che sarei sempre stato il primo allenatore di una squadra di una società. Adesso invece ho fatto un passo indietro e devo dire che mi sento meglio, più tranquillo, con meno responsabilità. La vita di un allenatore è abbastanza complicata, difficile, stressante. Un paio di mesi fa ho scelto di fare  ancora un mestiere come l’allenatore ma non come primo, come secondo. Avevo problemi per la responsabilità e per lo stress, non dormivo bene, e da questo sono derivati alcuni problemi fisici, ma senza esagerare, non ho mai avuto  problemi veramente, seriamente con il cuore.

Era più il nervosismo, il peso di essere responsabile. E così abbiamo parlato, ho spiegato quelle che sono state le sensazioni che ho avuto e abbiamo concluso che il lavoro il lavoro che faccio è bello, ma ora non lo faccio più come prima, è meglio adesso come secondo. Il calcio è bello, ma adesso ho un'altra responsabilità. Io sono sempre stato una persona emotiva. Anche prima della partita la sentivo, dormivo poco. Ma da allenatore era più pesante, peggio. Sentivo troppo la partita. E’ stato un periodo pesante, perché quando non dormi i giorni durano a lungo. Alla fine viviamo tutti una sola volta, cerchiamo di fare almeno una bella vita".

50 anni

"Sono tanti 50 anni, ho fatto una bella gioventù, poi come giocatore ho fatto delle  belle cose. Abbiamo vinto la Coppa dei Campioni con il Milan, con l’Olanda gli Europei. E’ stato un grande periodo in cui giocare è stato sempre bello, divertente, anche interessante, emozionante. E poi alla fine abbiamo vinto tanto. Quelli sono stati dei periodi molto belli, divertenti. Oggi sono felice. Ho una moglie, tre figli, vivo tranquillo, mi diverto qui con i giocatori. Quindi sono contento".