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Pancaro: "Milan giovane e italiano ok, ma per vincere servono 2-3 campioni. Lapadula un trascinatore"

ESCLUSIVA MN - Pancaro: "Milan giovane e italiano ok, ma per vincere servono 2-3 campioni. Lapadula un trascinatore"MilanNews.it
© foto di Dario Fico/TuttoSalernitana.com
lunedì 9 gennaio 2017, 16:02ESCLUSIVE MN
di Thomas Rolfi
fonte intervista di Thomas Rolfi

La redazione di MilanNews.it ha contattato Giuseppe Pancaro, ex difensore rossonero. Con il terzino campione d'Italia con il Milan nel 2003-2004 abbiamo parlato di Milan-Cagliari, della politica dei giovani e italiani, di Locatelli, di Lapadula e del prossimo doppio confronto con il Torino, squadra in cui Pancaro ha giocato a fine carriera. Infine, gli auguri a Gennaro Gattuso, che oggi compie 39 anni.

Una vittoria fondamentale per continuare a coltivare il sogno per l'Europa che conta. Come ha visto la squadra di Montella contro il Cagliari?
"Il Milan ha faticato come hanno faticato un po' tutte le squadre che sono in alto in classifica. Ci può stare che la prima partita dopo la sosta possa presentare delle difficoltà. Dipende da tante cose, dai carichi di lavoro che uno ha effettuato. Il Milan non ha fatto niente di diverso rispetto alle altre, tranne la Juventus che ha vinto bene. L'importante era vincere e il Milan ci è riuscito".

Ti piace la politica dei giovani italiani che sta prendendo sempre più piede in rossonero?
"Mi piace molto e mi convince questo progetto del Milan. Ci sono giovani molto forti e di grandissima prospettiva perchè Donnarumma è il futuro per quanto riguarda il calcio italiano, così come De Sciglio, Romagnoli e Locatelli. Sicuramente poi tutto viene esaltato dal grande lavoro di Montella perchè ha dato un'identità precisa a questa squadra esaltando la qualità dei giocatori. Per tornare a vincere e competere con la Juventus quindi, poi, è normale che, a questa base che è gia molto buona, bisogna aggiungere 2-3 campioni perchè quelli per vincere servono".

Manuel Locatelli ieri ha compiuto 19 anni. Come vedi la crescita di questo ragazzo che fino all'anno scorso giocava in Primavera?
"Mi sta piacendo molto. Si vede che ha grandissime qualità. Rischiare più la giocata? Dipende da cosa gli chiede Montella. E' un ragazzo di 19 anni e penso che sia anche lui un giocatore che sta dimostrando di poter essere un grande giocatore per il futuro".

Chiedo a te che hai giocato con Fillippo Inzaghi: Lapadula, con le dovute proporzioni come è normale che sia, ha qualche similitudine con Pippo?
"E' sempre difficile fare paragoni. Penso che, a prescindere dal fatto che assomigli o meno ad Inzaghi, è un giocatore che a me piace molto perchè da un punto di vista della determinazione, della voglia e della fame è un trascinatore per la squadra. Anche in Serie A sta confermando il fatto di essere uno che fa gol, perchè in rapporto ai minuti giocati penso abbia una buona media-gol".

Il Milan è atteso da una doppia sfida tra TIM Cup e Campionato contro il Torino dell'ex Mihajlovic, una squadra con grande armi soprattutto in avanti.
"Il Torino è una squadra forte. Io penso che nessuna squadra in questo campionato può permettersi di sottovalutare nessuno. Non penso assolutamente che il Milan commetta questo errore. Sarà una partita tra due squadre forti e che giocano bene a calcio".

Chi il giocatore più da temere tra le fila granata?
"I tre davanti sono tre giocatori che possono tirar fuori la giocata in qualsiasi momento, compreso Belotti che sta confermando di essere un centravanti di primissimo piano".

Oggi compie 39 anni Gattuso. Che ricordo hai se ti chiedo di pensare a lui? Magari un aneddoto o un momento particolare.
"Colgo l'occasione per fare gli auguri a Rino. Penso ci sia rimasto poco da dire, è stato un giocatore da portare come esempio per la determinazione, la fame e la voglia che dimostrava quotidianamente. Non mi viene in mente nessun aneddoto particolare. Se penso a lui mi viene in mente il suo modo di trascinare i compagni. Mi ricordo che nei momenti in cui la squadra era un po' in difficoltà lui partiva in pressione e aggressione a tutto campo. Era un segnale, la scossa che dava a tutti. Era un grandissimo trascinatore".