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Festa: "Milan, minimo 110 milioni per il mercato. Difficile Yonghong Li sia solo. Quotazione in Borsa nel 2018? Serve un miracolo"

ESCLUSIVA MN - Festa: "Milan, minimo 110 milioni per il mercato. Difficile Yonghong Li sia solo. Quotazione in Borsa nel 2018? Serve un miracolo"
giovedì 4 maggio 2017, 15:36ESCLUSIVE MN
di Thomas Rolfi
fonte intervista di Thomas Rolfi

La redazione di MilanNews.it ha contattato Carlo Festa, esperto di economia e finanza de 'Il Sole 24 Ore' per provare a rispondere ai numerosi interrogativi che suscita l'arrivo della nuova proprietà. dalla sostenibilità finanziaria dell'operazione, al budget per il mercato, alla possibile quotazione in Borsa.

Anche Marco Fassone ha confermato la cifra di 120 milioni come aumento di capitale. Per cosa verrà utilizzata questa cifra?
"Questi 120 milioni saranno divisi in due tranche: i primi 60 milioni andranno a ripianare le perdite, poi ci saranno altri 60 milioni che verranno destinati al Milan per la campagna acquisti". 

Parlando proprio del calciomercato, quanto sarà il budget a disposizione del Milan per rafforzarsi quest'estate?
"Al momento sono i 50 - parte del prestito di Elliott- più la seconda tranche dell'aumento di capitale, quella da 60 milioni. In totale, quindi la somma visibile è di 110 milioni per i cartellini al momento. In più, probabilmente, la Rossoneri Sport - che è la controllante del Milan - ha la facoltà di prestare della liquidità al Milan per la campagna acquisti attrraverso un prestito soci, ovvero prestando questi soldi con un tasso d'interesse, un po' come faceva Thohir con l'Inter e fa tuttora la stessa Suning sempre con il club nerazzurro. Vanno esclusi i possibili ricavi da cessioni, che potrebbero portare altri introiti".

Parte dei 303 milioni, prestati da Elliott per concludere il closing - verranno emessi sotto forma di bond dal Milan e quotato a Vienna. Ci può spiegare meglio questo passaggio finanziario?
"Questo bond sarà emesso dal Milan e sottoscritto da Elliott quindi non ci sarà un finanziamento come quello che può essere di una banca. E' un'obbligazione che viene emessa da una società che a quel punto diventa debitrice per la somma del bond a colui che compra il bond a scadenza. Quindi fra 18 mesi il Milan dovrà ridare a Elliott i 123 milioni che Elliott ha sottoscritto. 73 per ridurre il debito con le banche italiane e 50 per la campagna acquisti. Anche se ci tengo a fare una precisazione su questo punto. Questi 73 milioni servono sì a ridurre il debito con le banche, ma il bond è un debito a tutti gli effetti, anzi ancora più stringente".

La cifra complessiva per l'acquisizione del Milan diventa sempre più finanziariamente impegnativa. E' credibile che Yonghong Li possa essere l'unico dietro a questa operazione?
"Ricapitolando, Yonghong Li fra soldi suoi e prestati ci ha messo 520 milioni per acquistare il Milan più 90 milioni di gestione da luglio 2016 ad aprile 2017 per la gestione ordinaria del Milan, più 123 milioni di bond, più 120 milioni di aumento di capitale. E' un'operazione da oltre 850 milioni di euro, è ovvio che è difficile pensare che possa essere solo lui come unico soggetto. O lui ha delle disponibilità nascoste che nessuno di noi sa, perchè come patrimonio personale evidente ha intorno ai 500 milioni, oppure c'è qualcuno dietro o finanziatori dietro. Perchè l'operazione diventa davvero onerosa".

Uno dei soggetti investitori/finanziatori alle spalle potrebbe essere Haixia Capital, il fondo d'investimento a partecipazione statale il cui manager Lu Bo è stato inserito nel CdA del Milan?
"E' possibile che dei soggetti che lui aveva indicato inizialmente, tipo Haixia, possano rientrare in una seconda fase. Mi sembra tuttavia prematuro adesso perchè il governo cinese, anche se si è ammorbidito, sugli investimenti all'estero mi sembra che stia seguendo ancora la strada del rigore. E' una cosa che vedrei più nel medio periodo. C'è sicuramente la capacità di Mr. Li di ottenere finanziamenti importanti. Con quali garanzie, poi, è da capire. Però ha dimostrato di riuscire ad ottenere finanziamenti sia da banche che da altri soggetti finanziari".

Quanto le sembra fattibile una quotazione del Milan sulla borsa asiatica in tempi brevi?
"Yonghong Li si sarebbe affidato a degli advisor e sembrerebbe che dal punto di vista legale ci sia una deroga nella borsa di Hong Kong per le società che si quotano con una capitalizzazione superiore ai 500 milioni di dollari. Il regolamento prevede che servano tre bilanci consecutivi in utile prima di poter quotarsi, ma con questa deroga basta un solo esercizio. Quindi teoricamente se il Milan andasse in utile con il bilancio che chiuderà al 30 giugno del 2018, potrebbe quotarsi già dall'autunno del prossimo anno".

Per una società che negli ultimi esercizi ha registrato decine di milioni di passivo ogni anno, non è complicato pensare di ritornare in attivo in un solo anno? Come può riuscirci?
"Dovrebbe riuscire in quest'anno a concretizzare quel piano industriale molto ambizioso che è stato indicato da Fassone in conferenza stampa. Però, ovviamente, riportare in attivo il bilancio del Milan in un solo esercizio è una scomessa difficilissima, stiamo parlando quasi di un miracolo. La mia impressione è che la quotazione sia sì possibile, ma non così in tempi brevi. Io vedo molto più plausibile che si affianchi qualche altro soggetto investitore".